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- REGIONE LAZIO - DISABILITA' GRAVI E NUOVI SERVIZI PER ARDEA
Il "Comitato per i diritti delle persone con disabilità Ardea" incontra in Regione l’assessore Maselli: al centro dell’agenda nuovi servizi, risorse e programmazione strutturale articolo di Massimo Catalucci ROMA - Mercoledì, 23 luglio 2025 – (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - Si è svolto lunedì scorso, presso la sede della Regione Lazio, un incontro ufficiale tra una delegazione del " Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità di Ardea" e l’ assessore regionale all'Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona, Massimiliano Maselli , con la partecipazione della dirigenza del Consorzio Sociale . Al centro del confronto , le criticità storiche del territorio di Ardea in materia di servizi socio-assistenziali per le persone con disabilità gravi e gravissime. Durante l’incontro, richiesto dal Comitato, sono stati illustrati con chiarezza all'assessore, i principali nodi irrisolti: · liste d’attesa prolungate per l’accesso a strutture semi-residenziali, tutte localizzate al di fuori del territorio comunale; · una assistenza domiciliare limitata e non continuativa; · l’assenza di progettualità stabile, in favore di interventi temporanei e discontinui. L’assessore Maselli ha manifestato attenzione e disponibilità all'ascolto, presentando contestualmente alcune importanti innovazioni normative in fase di approvazione entro il 2025, nonché strumenti di finanziamento di prossima attivazione cui potrà accedere il Consorzio per l’avvio o il potenziamento di specifici servizi. In particolare, sono state illustrate: · una legge di riordino del sistema socio-assistenziale regionale ; · la prevista istituzione di microstrutture sociosanitarie di prossimità; · la creazione di centri polivalenti a valenza inclusiva e terapeutica; · nuovi finanziamenti per i progetti "Dopo di Noi" e per le Case famiglia ; · misure straordinarie per l’attuazione dei PEBA (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) , con l’obiettivo di sostenere i Comuni inadempienti, tra cui Ardea. Il Comitato ha consegnato all'assessore una nota tecnica, corredata da approfondite segnalazioni sul contesto locale, proponendo alcuni interventi prioritari per il territorio: Attivazione ad Ardea/Pomezia di un centro sociosanitario dedicato a persone con disabilità gravi e gravissime ; Realizzazione di un progetto pilota sul "Dopo di Noi" , orientato a garantire l’autonomia abitativa di un gruppo definito di adulti con disabilità; Rafforzamento del Consorzio Sociale , con supporti specifici finalizzati a colmare il persistente divario infrastrutturale ed economico rispetto al Comune di Pomezia. Parallelamente, pur riconoscendo che taluni ambiti non rientrano nelle competenze dirette della Regione, il Comitato ha ritenuto opportuno segnalare ulteriori esigenze locali, auspicando una collaborazione interistituzionale volta alla risoluzione delle stesse: · Potenziamento e qualificazione dei servizi OEPAC e CAA all'interno delle scuole dell’obbligo; · Pianificazione efficiente del trasporto dedicato , tanto per le attività ordinarie quanto per le necessità straordinarie; · Effettiva attuazione dei PEBA , la cui approvazione risale al 1986, ma che ad Ardea risultano ancora inattuati. Il Comitato ha espresso apprezzamento per il clima costruttivo dell’incontro e per le prospettive delineate, dichiarando la propria intenzione a proseguire in un ruolo attivo di monitoraggio e stimolo , affinché gli impegni assunti si traducano in azioni concrete e tempestive.
- MERITO E LAVORO: LA DISCONNESSIONE TRA DICHIARAZIONI POLITICHE E REALTA' QUOTIDIANE
Nonostante alcuni miglioramenti nell'ultimo biennio, persistono problemi significativi, la difficoltà per gli over 50 di trovare lavoro qualificato articolo di Massimo Catalucci ROMA - Domenica, 20 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the world - www.massimocatalucci.it ) - In Italia, il concetto di merito è spesso al centro dei discorsi politici e delle dichiarazioni ufficiali, ma raramente si traduce in realtà quando si parla di accesso al mondo del lavoro, soprattutto per chi ha superato i 50 anni . L'idea che un lavoratore debba essere valutato sulla base delle proprie competenze, esperienze e titoli di studio è, infatti, un principio condiviso da tutti, ma la sua applicazione pratica è tutt'altro che scontata . Anzi, per molte persone "mature" in cerca di occupazione, il merito, nel contesto pubblico e privato, diventa un concetto distante, sostituito dalla necessità di avere una "spinta" esterna , cioè una " raccomandazione " (non intesa necessariamente in senso negativo, ma come referenza di un conoscente, amico, che sponsorizza la candidatura sulla base del reale valore), per poter sperare in un'opportunità lavorativa adeguata alle loro conoscenze, competenze, titoli di studio, formazione continua, abilità ed esperienze professionali. Una Sintesi sul Mercato del lavoro I principali dati statistici sul mercato del lavoro in Italia negli ultimi cinque anni, suddivisi per età , sesso , competenze e titoli di studio , provenienti, principalmente, da fonti come l' ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e l' OCSE , in considerazione anche della triste vicenda legata alla pandemia da Covid-19 e al cambiamento tecnologico che hanno condizionato di molto il mondo del lavoro, ci dicono che il tasso di occupazione per i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 64 anni , nel 2023 è salita al 59,6% , segnando un miglioramento rispetto al 58,4% del 2019 . E anche gli ultimi dati annuali danno una crescita. Ma nonostante questo miglioramento occupazionale nelle varie fasce di età , inclusa quella degli over 50 , quest'ultima è ancora svantaggiata , soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione a lungo termine . Molti sono costretti ad accettare lavori precari o a bassa qualificazione . Mentre questo aspetto può essere accolto favorevolmente da un giovane che sta costruendo la propria vita e può essere utile per fare esperienze, passare da un lavoro ad un altro, in un adulto oltre i 50 anni, diventa condizione depressiva, deludente e scoraggiante. Ripiegare su lavori distanti dalle sue acquisite conoscenze e competenze, oltre eventuali titoli accademici di base di cui potrebbe essere in possesso, il potenziale lavoratore over 50, in una fase della vita in cui dovrebbe avere delle certezze nel campo lavorativo , queste gli vengono disilluse da un sistema che non lo tutela di certo . Il Merito Sostenuto dalla Politica La politica da parte sua, a livello nazionale e locale, ha più volte sottolineato l' importanza del merito come criterio per l'accesso al mondo del lavoro, per la promozione dei dipendenti, e per la gestione delle risorse umane nel pubblico e nel privato . Le parole sono chiare: i lavoratori devono essere giudicati in base alla loro preparazione, alle conoscenze e competenze che hanno acquisito nel tempo, al valore che possono apportare all'organizzazione. Ma la realtà dei fatti spesso racconta un’altra storia . La Difficoltà per gli Over 50 Se per i giovani, nonostante le difficoltà intrinseche legate alla mancanza di esperienza lavorativa, ci sono ancora possibilità di inserimento o di crescita professionale, per chi ha superato i 50 anni, il discorso cambia radicalmente. La discriminazione legata all'età è una piaga invisibile, ma ben radicata , che colpisce molti lavoratori che, pur avendo accumulato anni di esperienza e competenze, si trovano ad affrontare un mercato del lavoro che sembra dare più valore alla giovinezza che all'esperienza. Il rischio è che queste persone si vedano escluse da opportunità lavorative semplicemente per la loro età (lavoratori superati) , senza che venga dato il giusto peso alle conoscenze, competenze, abilità ed esperienza sul campo, acquisite e spesso più affinate di quelle dei giovani, anche per il semplice fatto che hanno affrontato sfide più dure in un contesto lavorativo diverso. In questo scenario, le parole sulla valorizzazione del merito rischiano di suonare come vuote dichiarazioni politiche . La "Raccomandazione" come Chiave di Accesso In molti casi, per un over 50, l'unica via per accedere a un posto di lavoro che valorizzi davvero le proprie conoscenze e competenze sembra essere la raccomandazione , la sponsorizzazione di un conoscente, un amico. La cosiddetta “ politica del favore ” diventa un passaggio obbligato. La condizione di chi cerca lavoro a questa età è spesso una ricerca vana, dove il merito e le capacità vengono messi in secondo piano rispetto a chi ha le giuste conoscenze, a chi sa di potersi rivolgere a chi può “ spingere ” la sua candidatura. In un mercato del lavoro dove la meritocrazia sembra essere una mera utopia , il ricorso alla raccomandazione è visto come l'unico strumento efficace per superare le barriere invisibili che, di fatto, escludono una fascia importante di lavoratori . Eppure, questo sistema non solo mina la giustizia sociale e l'equità, ma anche la stessa efficienza del mercato del lavoro, perché non premia chi ha veramente il valore per ricoprire un determinato ruolo . Il Merito Riconosciuto negli Over 50: Un Diritto Negato? Quando si parla di merito, un aspetto fondamentale è il riconoscimento delle esperienze di vita e lavorative accumulate nel corso degli anni . Un lavoratore over 50 che ha trascorso decenni a perfezionare le proprie capacità professionali, a formarsi e a sviluppare un know-how specifico, ha diritto di essere valutato in base a queste competenze. Eppure, nella maggior parte dei casi, questo non avviene, poiché il sistema selettivo preferisce la giovinezza e la flessibilità di chi è appena entrato nel mercato del lavoro . Oppure, cosa ancor più deprimente, il sistema, premia chi si accomoda a colui/colei che gli offre un lavoro in cambio di una " riverenza ", quotidiana che fa della persona assunta, un lavoratore vincolato e non libero.. Le conoscenze, competenze, abilità (skills), non sono solo una questione di titoli di studio o corsi frequentati, ma si manifestano in esperienze concrete , in problem-solving quotidiani , in saperi trasmessi e consolidati nel tempo. Questi, purtroppo, vengono troppo spesso ignorati a favore di criteri che non rispondono al principio di meritocrazia. Inoltre, la disuguaglianza tra generazioni rischia di trasformarsi in un ulteriore danno per la società , poiché non solo vengono esclusi individui qualificati e motivati, ma si crea anche una frattura intergenerazionale che compromette la trasmissione del sapere e l’innovazione continua all’interno delle aziende . Lavori di Ripiego: Una Soluzione Temporanea Non Dignitosa che Penalizza gli Over 50 Non è raro che chi si trova in questa situazione si veda costretto ad accettare lavori di ripiego , come quello del corriere, cameriere, manovale, operaio, solo per citarne alcuni. Lavori rispettabili, certo, ma che non rispecchiano, né le capacità, né le aspettative di chi ha investito anni e risorse nella propria formazione personale e professionale . Si tratta di lavori che, pur essendo onesti e nobili (ogni lavoro onesto lo è), non valorizzano il merito acquisito nel corso degli anni e non riconoscono la dignità e l'identità lavorativa e professionale di chi ha contribuito in modo sostanziale alla crescita di un paese o di una comunità. Concludendo: Un Lavoro Meritocratico per Tutti Il mercato del lavoro italiano presenta forti disuguaglianze per età , sesso , competenze e titoli di studio . Nonostante alcuni miglioramenti, persistono problemi significativi, come il gap di genere e la difficoltà per gli over 50 di trovare lavoro qualificato. La meritocrazia rimane un principio più dichiarato che praticato , e la ricerca di lavoro per competenze e titoli spesso si scontra con la realtà di un mercato che premia, a volte, il favore o le raccomandazioni . Il sistema educativo e formativo sta cercando di rispondere alle nuove esigenze del mercato, ma l'Italia deve ancora fare molti passi in avanti per ridurre le disuguaglianze e per valorizzare il vero merito . Se la politica vuole davvero fare del merito uno degli assi portanti della società, forse, deve partire dal riconoscere che ogni lavoratore, indipendentemente dall'età, ha diritto a un trattamento equo, a una valorizzazione delle proprie conoscenze, competenze e ad opportunità professionali che rispecchino il valore e la dignità del lavoro svolto . La vera sfida per il nostro paese non è tanto proclamare a parole la meritocrazia, ma costruire un sistema che permetta a tutti , giovani e meno giovani , di accedere a un posto di lavoro non per il favore di qualcuno, ma per il valore che sono in grado di esprimere . Solo in questo modo il concetto di merito potrà finalmente diventare una realtà e non una promessa non mantenuta. La dignità e l' identità lavorativa sono condizioni determinanti per la qualità di vita di una persona, in un contesto di titoli di studio, conoscenze e competenze acquisiti e, al di là del suo status sociale, della sua età e del genere, la politica deve farsi carico di tutelare, concretamente, tali condizioni, garantendone e soprattutto applicandone nella nostra società, quotidianamente, i principi su menzionati .
- LA POLITICA CERCA LA TRASPARENZA MENTRE CREA SCENARI SEMPRE PIU' OPACHI
Tra dimissioni, trasferimenti da un partito ad un altro, nuove nomine, scambi di accuse, polemiche nelle sale istituzionali, nei social e sui media, nonché una comunicazione coerente e congruente assente, il caos regna sovrano... articolo di Massimo Catalucci ROMA - Domenica, 13 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - Ottenere il giusto equilibrio tra il nostro modo di pensare e di agire , è il lavoro più estenuante e difficile da raggiungere per ognuno di noi, perché sempre più siamo frastornati dagli esempi in una società che esalta e misura il successo delle persone dal potere che le stesse detengono (economico, religioso, politico, scientifico, culturale, mediatico, ecc.), per cui ci spinge a perseguire quel " Modus cogitandi et agendi " (modo di pensare e di agire) che risponde ad un pensiero collettivo molto diffuso: " Così fan tutti, perché io devo essere diverso? Questo è il mondo, meglio adeguarsi se si vuole ottenere qualcosa. " Una società che guarda allo sviluppo umano e alla sua evoluzione in un contesto di equilibrio dei valori che la caratterizzano, invece, dovrebbe esaltare, realmente e concretamente, la coerenza, la congruenza, la morale e l'etica , che si fondano nel rispetto di noi stessi, dei nostri simili e di tutto il creato, nei contesti che viviamo quotidianamente. E partendo da tale assunto, raggiungere tale equilibrio personale, diventa prerogativa essenziale per chi, a maggior ragione, intende intraprendere attività pubbliche o comunque di grande responsabilità nei confronti della collettività , come sono quelle del legislatore, dell'amministratore del bene pubblico, del politico, del giudice, del medico e di tante altre figure pubbliche e private, al fine di garantire, appunto, armonia ad un sistema sociale, economico, lavorativo, culturale, istruttivo, religioso e mediatico, nella nostra società . E' un progetto personale e di conseguenza collettivo ambizioso questo, che implica in primis la predisposizione della persona alla rinuncia . Imparare a dire " no " non è facile, specialmente quando ci si presentano offerte a nostro vantaggio individuale in un contesto che, come abbiamo visto, non esalta i valori essenziali e fondamentali dell'essere umano, ma il suo status sociale all'interno dello scenario collettivo in cui lo stesso è calato . E' evidente che tale " modus operandi " alimenti proprio quel sistema che crea alleanze, gruppi , nei quali entrano esclusivamente coloro che si adeguano a tali modi di pensare e di agire, lasciando fuori chi non si allinea . E questo modo molto diffuso, di pensare e agire di molti, quindi di aderire a tale "progetto", contamina tutte quelle aree che si occupano del bene pubblico, che dovrebbero essere gestite con grande senso di responsabilità, coscienza, conoscenze e competenze adeguate, ma soprattutto con il rispetto che si deve al fruitore di tali servizi: il cittadino. Invece, sappiamo che, molti di questi posti vengono occupati da chi accetta di entrare in quell'imbuto che presenta un accesso molto ampio (aperto a tutti), ma un' uscita molto stretta, nella quale passano solo coloro che, come suddetto, si adeguano ad un sistema esistente già descritto. Ed è facile immaginare che non sempre queste persone hanno conoscenze e competenze adeguate per poter ricoprire tali ruoli e mansioni di grande responsabilità, ma hanno semplicemente assecondato il volere di chi detiene già un potere e lo esercita a suo piacimento, per creare nuovi schieramenti di "adepti" da poter usare . La chiave del cambiamento che porta alla trasformazione della società E la chiave del cambiamento che porta alla trasformazione della nostra società in una comunità più equilibrata , volta a creare i presupposti di un benessere globale ripartito all'intera popolazione, passa proprio attraverso la consapevolezza del valore del nostro rifiuto a non piegarci ad un sistema che vuole calpestare, spesso con il nostro consenso, la nostra dignità e identità umane . Certo è che nel corso della nostra esistenza, non è facile per nessun comune mortale perseguire ed ottenere il giusto equilibrio tra il nostro modo di pensare, di comunicare e di agire , a maggior ragione oggi, dove la società è sempre più incentrata nello sviluppo dei "poteri" in ogni ambito, a cui in tanti, troppi, aspirano ed ambiscono ad arrivare per poter guardare poi, dall'alto tutti gli altri. Concentrando questo pensiero nel mondo politico, al ruolo pubblico che questo rappresenta, in molti dimenticano che essere eletti, non costituisce l'affermazione di un potere personale , bensì costituisce l'affermazione e il riconoscimento pubblico di un servizio che deve essere reso alla cittadinanza , nell'ottica del potere stesso che è da ricondurre nel volere del popolo, in quanto sovrano, secondo quanto recita la nostra costituzione. Ma sembra che per molti, non sia così...tutt'altro!!! E' un potere che, una volta assegnato per " delega ", viene esercitato da chi lo ha ottenuto, a discapito della base che li sostiene. E evidentemente, stando a come vanno le cose nel nostro paese, ma forse nel mondo intero, molti dimenticano una volta eletti, che il ruolo è quello di servitore e non di padrone . E questa corsa ad un successo personale , è evidente che accresce e sviluppa, in chi persegue tali ambizioni ad ogni costo, strategie di pensiero e di comportamento, che non guardano molto all'equilibrio individuale , inteso come rispetto per se stessi e per gli altri; la pratica concreta dell' umiltà , della condivisione , della compartecipazione , della coerenza e della congruenza tra ciò che si pensa, si dice e si fa; né, tanto meno, sviluppa un' attenzione consapevole verso quelli che sono i valori fondanti dell'umanità in termini di morale e di conseguenza, di una nostra etica che dovrebbe seguire la morale, divenendo espressione pratica della stessa nella nostra quotidianità, qualsiasi sia il ruolo e le mansioni che svolgiamo nel contesto sociale in cui viviamo. Coerenza e congruenza Questi due termini, apparentemente, sembrano uguali, ma presentano delle sfumature che li distinguono nella loro definizione. La coerenza riguarda il pensiero logico , ovvero, l' allineamento tra ciò che si pensa, si dice e si mette in pratica; la congruenza , avvolge la persona intera nel suo essere, riflettendo la sua integrità personale e riguarda la sfera di un pensiero più profondo degli umani, radicato nei meandri del suo inconscio ed è l ' armonia tra l'esperienza interna (pensieri ed emozioni) e la manifestazione esterna del nostro essere (comportamento, comunicazione, relazione) . Morale ed etica Così come per la coerenza e la congruenza, anche la morale e l'etica hanno delle chiare definizioni che le distinguono. La morale racchiude in sé i riferimenti ai valori , alle regole universali che attribuiamo alle nostre azioni ; l' etica è la parte operativa dei nostri pensieri profondi, inconsci e razionali, che si esprime attraverso il nostro comportamento quotidiano . Il caos Ecco che il disallineamento tra la morale, l'etica, la coerenza e la congruenza, respingono lo sviluppo di un nostro equilibrio personale che invece, se perseguito a dovere, ci aprirebbe le porte all' ascolto e alla comprensione del prossimo e dei fatti che accadono nella nostra società , facendoci divenire consapevoli del nostro modo di pensare, di comunicare (sia verbalmente che non) e di relazionarci con i nostri simili nel contesto che viviamo. Questi, diventano fattori determinanti per creare una società trasparente e comunicativa , nella quale le informazioni partono da una fonte (fonti) e arrivano al ricevente (riceventi), in modo coerente, congruo e nel rispetto di una morale collettiva ed etica, sane . E in questa nostra società, dove i media e i dispositivi di ultima generazione , per non parlare dell' intelligenza artificiale , assumono l'aspetto di grandi diffusori alle masse di ogni genere di informazione , spesso fuori controllo e fuorviante , tendente ad allontanarci e distrarci dal vero , portandoci fuori strada e facendoci commettere errori di valutazione , la ricerca di un nostro equilibrio individuale , in particolare quando abbiamo la responsabilità di ruoli e di mansioni pubbliche , diventa essenziale per trasmettere, altresì, il giusto equilibrio alla comunità . Laddove manca equilibrio, il caos la farà sempre da padrone. Così anche nelle piccole comunità, gli attori della politica locale faticano a veicolare le informazioni alla cittadinanza con puntualità, semplicità, trasparenza, schiettezza, coerenza e congruenza , per cui la comunicazione stessa tra l'amministrazione pubblica e la collettività, assume più le caratteristiche di un muro di divisione sociale e politico , piuttosto che quelle di un ponte di congiunzione su cui costruire il futuro trasparente e prospero di una città . --------------------------------------------------------- Altri articoli e video che trattano lo stesso argomento... Articoli Articolo del 10/07/2025 - LA POLITICA E' UNA COSA SERIA...MA NON TUTTI LA ONORANO Articolo del 28/06/2024 - COMUNICAZIONE E RELAZIONE: L’IMPORTANZA DEL LINGUAGGIO EMOTIVO Articolo del 3/04/2022 - POLITICA E SOCIETÀ: TRA CAMBIAMENTO, SVILUPPO E TRASFORMAZIONE
- REGIONE LAZIO – APPROVATA LA LEGGE 171 – SEMPLIFICAZIONE URBANISTICA
Marika Rotondi (FdI): “ 𝐏𝐫𝐨𝐜𝐞𝐝𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐬𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞, 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐢, 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐛𝐮𝐫𝐨𝐜𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚. 𝐔𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐨 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧'𝐮𝐫𝐛𝐚𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐫𝐧𝐚, 𝐞𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞 " articolo di Massimo Catalucci ROMA - Giovedì, 17 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - L’approvazione della Legge 171 sulla Semplificazione Urbanistica ( clicca qui ) rappresenta un passaggio importante, specialmente in un settore notoriamente rallentato da iter complessi e lunghi tempi autorizzativi. Una legge che si attendeva da tempo e che mira a migliorare e snellire la burocrazia che, quando è portata agli eccessi, paralizza lo sviluppo di un’intera comunità Gli obiettivi che si intendeva raggiungere con l’approvazione della suddetta legge, che ha visto impegnati gli addetti ai lavori per circa due anni e mezzo, data la complessità dei contenuti che la riforma necessitava di sviscerare e modificare, possiamo sintetizzarli in quanto segue: · Procedure più snelle · Tempi certi · Riduzione della burocrazia · Una pianificazione urbanistica moderna, efficiente e trasparente Alla luce dei punti primari sintetizzati, si può affermare che tale riforma nello specifico, faciliterà l’accesso agli interventi edilizi sia per i privati che per le imprese; Ridurrà i tempi per ottenere permessi e autorizzazioni; semplificherà il lavoro di tecnici e professionisti del settore (ingegneri, architetti, geometri); Renderà la pubblica amministrazione più trasparente e prevedibile. “ Alle 5:15 di questa mattina, dopo 24 ore di consiglio no stop , abbiamo finalmente approvato una legge attesa da tempo: la 171 sulla semplificazione urbanistica – queste le parole del Consigliere Regionale Marika Rotondi , nonché presidente della commissione speciale ‘Semplificazione Amministrativa’ . “ Un impegno preso in campagna elettorale – ha continuato Rotondi - un lavoro durato due anni e mezzo, una risposta concreta per cittadini, professionisti e imprese ”. “ 𝐏𝐫𝐨𝐜𝐞𝐝𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐬𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞, 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐢, 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐛𝐮𝐫𝐨𝐜𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚. 𝐔𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐨 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧'𝐮𝐫𝐛𝐚𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐫𝐧𝐚, 𝐞𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞 ” – ha concluso il Presidente della Commissione regionale, Marika Rotondi.
- ANZIO - SETTE PERSONE SALVATE IN MARE GRAZIE ALL'INTERVENTO DEI BAGNINI
Nel pomeriggio sfiorata la tragedia, ma fortunatamente sono tutti salvi articolo di Massimo Catalucci Anzio - Mercoledì, 16 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - Attimi di grande apprensione oggi pomeriggio , intorno alle ore 15:20 , nella zona di Rivazzurra ad Anzio , dove sette bagnanti si sono trovati in grave difficoltà in mare . A intervenire il loro soccorso sono stati due bagnini professionisti. Il primo, appena avvistato il gruppetto di persone in acqua che era in difficoltà, ha dato l’allarme con il fischietto che hanno in dotazione. Il suono dello strumento ha richiamato l’attenzione di un suo collega, Gabriel Murgoci , un giovane bagnino di 21 anni , che si è subito portato in soccorso del collega per evitare quella che poteva trasformarsi in una tragedia. I due bagnini , notando la situazione critica , non hanno esitato a tuffarsi tra le onde per raggiungere le persone in difficoltà . Con sangue freddo e grande determinazione, sono riusciti a riportare tutti in salvo sulla spiaggia . Tempestivo anche l’arrivo delle unità di soccorso , che hanno prestato le prime cure ai malcapitati. Fortunatamente, secondo le informazioni disponibili al momento della trasmissione della notizia, non ci è stato comunicata nessuna conseguenze o complicazioni di salute per i protagonisti di questa vicenda. La prontezza dei due bagnini è stata accolta con grande riconoscenza da parte dei presenti e dimostra, ancora una volta, l' importanza della presenza attenta e preparata degli addetti alla sicurezza balneare lungo le nostre coste .
- ARDEA - CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO SULLA SICUREZZA. IL SINDACO CREMONINI RICHIAMA TUTTI ALL’UNITA’ DI INTENTI
Una strategia possibile: prevenzione, comunità, giustizia - La battaglia per la sicurezza ad Ardea coinvolge tutti: Amministratori locali, cittadini, associazioni, commercianti articolo di Massimo Catalucci ARDEA - Martedì, 15 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - Si è tenuto oggi pomeriggio ad Ardea, nell’Aula Sandro Pertini, un Consiglio Comunale Straordinario convocato per discutere un punto unico, ma cruciale: “ Le preoccupanti condizioni di sicurezza nel territorio, scenario di episodi di grave criminalità: cosa fare, a chi spetta intervenire e come farlo ”. Un titolo che suona come una resa più che come una premessa d’azione. Eppure, dentro quella sala, in mezzo a interventi di consiglieri di maggioranza e opposizione – a tratti divergenti, ma tutti consapevoli della gravità della situazione – è emerso il ritratto di una città ferita, cronicamente, trascurata e orfana di uno Stato che sembra ricordarsi di Ardea solo a margine delle cronache giudiziarie o delle passerelle politiche . Quando la sicurezza diventa una parola vuota La sicurezza non è un concetto astratto: è un diritto costituzionale . Ma ad Ardea – e non solo – sta diventando un’ illusione . Non si tratta solo di microcriminalità diffusa, furti, atti vandalici, ma di un degrado strutturale che ha permesso a vere e proprie famiglie criminali di radicarsi sul territorio . Alcune zone della città risultano di fatto inaccessibili, controllate in modo informale – ma efficacissimo – da chi ha fatto della violenza un codice di appartenenza . Non è un’allucinazione collettiva: è un’emergenza che ha preso forma lentamente , giorno dopo giorno, silenziosamente. La città non è più vissuta come spazio comune ma attraversata con sospetto, con timore, a volte con rassegnazione. Criminalità e sviluppo: un’equazione impossibile Tra i tanti dati emersi durante il consiglio, uno spicca più degli altri: il tema della sicurezza è il principale freno allo sviluppo del territorio . Chi investirebbe in un quartiere dove lo Stato non si vede mai? Quale imprenditore aprirebbe un’attività in una zona dove, dopo una certa ora, regna l’autogestione criminale? Quale famiglia sceglierebbe di vivere lì se ha alternative? Lo sviluppo non è solo questione economica. È anche percezione, fiducia, qualità della vita. Senza sicurezza, Ardea resta bloccata, inchiodata a un passato che si ripete: promesse disattese, visite istituzionali lampo, proclami che non si traducono mai in azioni. E nel frattempo, interi quartieri sprofondano . Il gioco delle responsabilità: tutti colpevoli, nessuno responsabile Una domanda ha attraversato con forza il dibattito in Aula: “ A chi spetta intervenire? ”. Apparentemente semplice, in realtà questa è la questione politica più profonda e trasversale che tocca la vicenda Ardea. Il Comune denuncia la carenza di mezzi, di uomini, di risorse . Lo Stato – per bocca dei suoi esponenti locali e nazionali – assicura attenzione e supporto , ma poi ciò che serve praticamente non viene mai realizzato. Ad Ardea non servono “slogan”, serve concretezza . Intano, il tempo passa e la criminalità si organizza Tra le voci cittadine sentite in Aula, quella di Rossano Recchia , ha ricordato senza giri di parole che “Ministri, Senatori, Deputati, Assessori Regionali sono venuti qui più volte, ma ad oggi non è cambiato nulla”. E ha ragione. I politici passano, la città resta. Ma resta sola e la criminalità si prende i territori e si organizza. Partecipazione civica: l’altra grande assente Se da un lato è facile – e spesso giusto – puntare il dito contro le istituzioni, va detto anche che la cittadinanza, quando si parla di sicurezza o di altre tematiche importanti, è spesso latitante . L’Aula Pertini oggi avrebbe dovuto essere stracolma di cittadini, ma invece... Ci indigniamo sui social , condividiamo video di aggressioni o lamentele notturne, ma quando si tratta di esserci davvero, di metterci la faccia, siamo troppo spesso assenti. Questo è il cortocircuito della democrazia contemporanea: pretendiamo protezione, ma non partecipiamo alla costruzione di quella protezione . Delegare tutto allo Stato, senza esercitare il nostro ruolo attivo di comunità , è parte del problema – questo in sintesi l’intervento del Sindaco di Ardea, Maurizio Cremonini, a chiusura dei lavori in aula di oggi, che ha voluto evidenziare come l’unione fa la forza. “ Quelle volte che sono stato ospite in alcune trasmissioni giornalistiche di mediaset – ha commentato Cremonini - c on una delegazione di cittadini al seguito, per denunciare pubblicamente lo stato dei luoghi di Ardea e una sicurezza sempre più precaria data da diversi fattori, facendo vedere attraverso sequenze filmate come alcune aree siano in mano a famiglie che vivono al di fuori di ogni regola civica e delle leggi, sono stato contattato dall’alto. Segno evidente questo che - ha continuato il Sindaco - s e la cittadinanza è unita e appoggia l’amministrazione locale, abbiamo più possibilità di essere ascoltati del Governo centrale per portare sul nostro territorio quei servizi per la sicurezza che mancano . Ma non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo essere tutti uniti" . Il modello sbagliato: pensare alla sicurezza solo come polizia Quando si parla di sicurezza, il primo riflesso è sempre lo stesso: “ Servono più pattuglie, più telecamere, più agenti ”. E in parte è vero: senza presidio, senza occhi e piedi sul territorio, nessun piano per la sicurezza funziona . Ma questa è solo una parte della storia. La sicurezza urbana si costruisce anche attraverso servizi sociali efficienti, scuole che funzionano, spazi pubblici illuminati e vissuti, trasporti dignitosi . In una città viva, la criminalità fatica a prosperare. In una città morta, la criminalità prende il posto della vita . Pensare che bastino divise per risolvere il problema della sicurezza è un’illusione pericolosa, una semplificazione utile solo alla propaganda. Una strategia possibile: prevenzione, comunità, giustizia Perché la sicurezza ad Ardea – e in molte altre città italiane – non è un fatto tecnico, ma profondamente politico . Serve una strategia integrata che veda il Comune come promotore ma coinvolga ogni livello istituzionale. Una strategia che preveda: Un potenziamento reale delle forze dell’ordine in termini di organico e mezzi Una mappatura dei quartieri più a rischio , con interventi mirati anche di tipo sociale La valorizzazione delle reti civiche e associative del terzo settore già presenti sul territorio L’ educazione alla legalità nelle scuole , non come evento episodico, ma come percorso curricolare La rigenerazione degli spazi urbani abbandonati, oggi spesso rifugio per attività illecite E soprattutto: serve visione politica . Non bastano ordinanze o proclami. Servono obiettivi chiari, monitoraggio, responsabilità . Chi ha paura della normalità? Ardea non ha bisogno di eroi. Ha bisogno di normalità. Di quartieri dove i bambini possano giocare in strada senza paura . Di autobus che passano in orario. Di parchi puliti e illuminati . Di commercianti che non debbano pagare il prezzo di rapine, furti e danneggiamenti alle proprie attività. Di famiglie che possano vivere senza sentirsi sotto assedio . Questo è il vero volto della sicurezza . E se oggi sembra un sogno, è solo perché abbiamo smesso di pretenderla come diritto , abbiamo smesso o forse non abbiamo mai iniziato, di sentirci parte integrante di un progetto di sviluppo a cui possiamo dare forza con la nostra presenza e denuncia . La politica che serve (e quella che non serve più) Il Consiglio Comunale straordinario di oggi è stato un momento importante, ma non può restare un evento isolato. Se la politica si limita ad ascoltare, a compiangere, a indignarsi, non cambia nulla. La politica deve scegliere. Deve osare. Deve investire. E deve farlo subito, prima che il degrado si faccia sistema, prima che la sfiducia diventi rottura definitiva tra cittadini e istituzioni . Quello che è in gioco ad Ardea – e in tante altre città italiane – non è solo la sicurezza: è la credibilità dello Stato. La battaglia per Ardea riguarda tutta la comunità Quello che accade oggi ad Ardea, ma anche in altre località d'Italia, è l'evidenza di cosa succede quando lo Stato lascia soli i suoi territori . Di cosa significa vivere in una città dove la legalità è un’eccezione e non la regola . Ma anche – forse – di cosa può accadere quando una comunità decide di dire basta. Serve una mobilitazione collettiva . Serve che ognuno, dal consigliere comunale al cittadino qualunque, alle associazioni , ai commercianti , decida di fare la sua parte. Serve che la sicurezza torni a essere una realtà, non uno slogan elettorale . Perché senza sicurezza non c’è libertà. E senza libertà, non c’è democrazia.
- L'INCENERITORE DI SANTA PALOMBA SMALTIRA' SEICENTOMILA TONNELLATE DI RIFIUTI ALL'ANNO
La Giunta Gualtieri tira dritto nella realizzazione del nuovo impianto di smaltimento rifiuti nonostante il grido di allarme ambientale di chi vive nella zona che lo ospiterà articolo di Massimo Catalucci ARDEA - Giovedì, 10 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - Era il 13 ottobre del 2023, quando una delegazione composta dai cittadini residenti nella zona di Santa Palomba, dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti della Capitale , e dai comitati anti-inceneritore , accompagnati dai consiglieri comunali dei comuni limitrofi, si recò alle Regione Lazio per denunciare lo stato di degrado ambientale che vive da anni il territorio nella provincia sud di Roma. Purtroppo, ad oggi le voci dei cittadini e dei comitati a salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica, si sono perse nel vento . Ma la loro opera di protesta e di manifestazione dei propri diritti di salute, continua, come è giusto che sia in un paese civile, impavida, al fine di vedere riconosciuti i suddetti diritti umani. Il degrado ambientale che persiste nell'area di Santa Palomba, Montagnano e zone limitrofe , rischia di compromettere la salute dei cittadini (sempre che non abbia già avuto un esito negativo sugli stessi... speriamo di no!!! ) ed è dato da diversi fattori: dall' inefficiente controllo del territorio da parte delle autorità ambientali competenti ; dall' inciviltà delle persone , ma soprattutto dalla esistente, seppur attualmente inattiva perché già stracolma e non può sopportare altri rifiuti, discarica di Roncigliano. Di tutto ciò, a farne le spese maggiori , in termini di qualità dell'ambiente , sono gli abitanti dei nuclei abitativi nella località di Montagnano (Ardea) e zone adiacenti, per le possibili contaminazioni nell'aria e nel terreno attraverso infiltrazioni di sostanze nocive provenienti dalla vicina discarica sopra citata. Ed ora, la realizzazione della nuova opera messa in cantiere da Roma Capitale , che vedrà la nascita di un termovalorizzatore che dovrebbe smaltire circa 600.000 tonnellate di rifiuti all'anno , preoccupa non poco i cittadini che, oltre alla qualità dell'ambiente che non gli viene garantita con questa tecnologia di smaltimento rifiuti, vedono anche svalutarsi i propri immobili perché è evidente che anche volendo cambiare "aria" per andare a vivere da qualche altra parte, il prezzo di vendita delle loro case, scenderebbe di molto . Chi comprerebbe oggi una casa in un quadrante di territorio dove coesistono una vecchia discarica (Roncigliano); rifiuti abbandonati da incivili nei bordi stradali e nella campagna anche vicino a corsi d'acqua; e nuovo impianto di termovalorizzazione pronto ad entrare in uso qualora, come si sta prospettando, venisse realizzato? Sarebbe interessante rivolgere questa domanda al Sindaco di Roma, Gualtieri. L’obiettivo delle manifestazioni , da parte dei rappresentati dei territori oggetto del degrado ambientale galoppante dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto di smaltimento rifiuti, era ed è tutt'oggi quello di evidenziare al Comune di Roma la contrarietà dei residenti alla realizzazione del termovalorizzatore, perché non offre garanzie di innocuità nel confronti dell'ambiente e della salute pubblica . Alla luce di ciò, è evidente, altresì, che le possibili ricadute negative sulla salute dei cittadini con la realizzazione del termovalorizzatore, impongano alle istituzioni preposte , lo studio e la ricerca di alternative non impattanti sull'ambiente e sulla salute delle persone , in ragione dello smaltimento dei rifiuti . L'anno scorso delle associazioni si rivolsero ai sindaci dei castelli romani e del litorale - Il 14 luglio prossimo a Marino nuova manifestazione pubblica L'estate scorsa , 22 Associazioni della Rete Tutela Roma Sud , preoccupate di una situazione sempre più critica e che non tende a sbloccarsi nel trovare alternative al progetto del termovalorizzatore di Santa Palomba, scrissero ai Sindaci di Ardea, Pomezia, Marino, Albano Laziale, Castel Gandolfo, Genzano e Ariccia , affinché intervenissero a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questo il comunicato delle associazioni pubblicato sulla loro pagina Facebook dedicata - Rete Tutela Roma Sud (clicca qui per leggere) . E le manifestazioni vanno avanti compatte, come quella che si terrà lunedì prossimo, 14 luglio, nel Comune di Marino , con inizio alle o re 18.00 , in Piazza Sciotti nella località di Santa Maria delle Mole ( leggi qui ). In questa occasione verrà presentata l’istanza di istituzione di “area ad elevato rischio di crisi ambientale ”, ai sensi dell’ art. 2, comma 1 della Legge Regionale Lazio 13/2019 presentata dal Comune di Pomezia in aggiunta a quella del Comune di Albano Laziale relativa al comma 2 della stessa Legge già licenziata dal Consiglio comunale . Chiamare un impianto di smaltimento rifiuti con un altro nome, non risolve i problemi di inquinamento ambientale e non mette al sicuro la salute dei cittadini Dagli studi e dalle ricerche emersi nel campo dello smaltimento dei rifiuti a tutela dell'ambiente, si è arrivati alla conclusione che un termovalorizzatore è un inceneritore che può ridurre, ma non eliminare scorie inquinanti che si riversano nell'ambiente . I termovalorizzatori, quindi, ridimensionano le emissioni nocive rispetto ai vecchi inceneritori, ma non le eliminano del tutto . L'alternativa ecologica c'è, perché non prenderla in considerazione? La giornalista scientifica Margherita Bologna , ricercatrice ed esperta di nuove tecnologie per gestire i rifiuti ed autrice del progetto “Riciclo Totale” , attraverso una sua pubblicazione del 25 maggio del 2022 , apparsa sull'editoriale " ambienteeambienti.com " ci spiega come sia possibile sviluppare un impianto ad impatto zero con l'ambiente. " Realizzare una gestione dei rifiuti senza produrre emissioni nocive per l’ambiente nella chiusura del ciclo - afferma Margherita Bologna - è un obiettivo inseguito ma non soddisfatto dalle tecnologie maggiormente diffuse oggi. Ma la sfida che vede impegnato il nostro tempo - continua la giornalista scientifica - è proprio quella di contribuire anche in questo settore al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e di fare investimenti che non danneggino l’aria, l’acqua, il suolo, cioè l’ambiente in cui viviamo. Eppure tecnologie più avanzate di trattamento delle diverse tipologie di rifiuti non riciclabili, che non inviano in atmosfera nessun tipo di emissioni e non rilasciano effluenti dannosi che inquinano i corsi d’acqua o la superficie dei terreni, ci sono ". " L’idea di base - prosegue Margherita Bologna - su cui poggiano le diverse soluzioni impiantistiche, dalle più semplici alle più complesse, è quella di assemblare diverse tecnologie industriali già esistenti al fine di realizzare una gestione dei rifiuti che offra soluzioni efficienti , ecosostenibili ed idonee a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica . Quindi l’impianto o, per meglio dire, la piattaforma, unisce tecnologie innovative e tradizionali che lavorano in sinergia allo scopo di realizzare una gestione circolare dei rifiuti e dei materiali da trattare ". " La tecnologia è selezionata in relazione ai materiali in ingresso - ha continuato la giornalista - Se la piattaforma è alimentata con prodotti come la FORSU , le deiezioni animali o le biomasse, la tecnologia usata è un processo a flusso plasmatico , mentre nel caso di alimentazione con rifiuti pericolosi e sanitari infetti viene utilizzata l’ ElettroDissociazione molecolare al plasma termico . L’impiego dell’uno o dell’altro processo, o di entrambi, dipende dalla natura e composizione dei rifiuti da trattare e dagli obiettivi che ogni progetto intende raggiungere. Una delle grandi opportunità data da queste piattaforme - ha puntualizzato Margherita Bologna - è la possibilità di gestire insieme agli altri materiali anche i fanghi di depurazione. Dalla piattaforma non escono emissioni, né rifiuti liquidi, né solidi, mentre lo scarto è unicamente un materiale basaltico utilizzabile per opere stradali o arredo urbano ". Questa potrebbe essere un'alternativa al termovalorizzatore, ma con le nuove tecnologie e la scienza che fa passi da gigante, crediamo che potrebbero essercene altre che non vanno ad impattare negativamente con l'ambiente, per cui la domanda è... perché puntare testardamente su impianti che mettono a rischio la nostra salute? --------------------------------------------------------- Altri articoli e video che trattano lo stesso argomento... Articoli Articolo del 15/07/2024 (clicca sul link per leggere l'articolo) - 22 ASSOCIAZIONI DELLA “RETE TUTELA ROMA SUD” UNITE CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE Articolo del 28/06/2024 (clicca sul link per leggere l'articolo) - ARDEA – DA TOR SAN LORENZO A MONTAGNANO: FUOCHI TOSSICI CONTINUI Articolo del 20/06/2024 (clicca sul link per leggere l'articolo) - ALBANO LAZIALE – IL GIUBILEO DEL 2025 NON DEVE ESSERE IL MOTIVO PER IMPIANTARE IL TERMOVALORIZZATORE…ESISTONO ALTERNATIVE CHE RISPETTANO L’AMBIENTE E LE PERSONE Articolo del 16/10/2023 (clicca sul link per leggere l'articolo) - VENERDI’ SCORSO, SIT-IN CITTADINO IN REGIONE LAZIO PER DIRE NO ALL’INCENERITORE DI SANTA PALOMBA Video MANIFESTAZIONE "NO DISCARICA RONCIGLIANO" - 10/07/2021 - Intervista al Sindaco di Albano Massimliano Borelli (clicca sull'immagine per vedere il video) MANIFESTAZIONE "NO DISCARICA RONCIGLIANO" - 10/07/2021 - Intervista al Sindaco di Ardea Mario Savarese (clicca sull'immagine per vedere il video) MANIFESTAZIONE "NO DISCARICA RONCIGLIANO" - 10/07/2021 - Intervento_Amadio Malizia Ass_Salute Ambiente Albano (clicca sull'immagine per vedere il video)
- LA POLITICA E' UNA COSA SERIA...MA NON TUTTI LA ONORANO
Lo sport più in voga in Italia non è il calcio, ma quello del "cambia casacca" poco dopo essere stati eletti articolo di Massimo Catalucci Roma, giovedì - 10 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - Assistiamo da decenni in Italia ad una pratica che è molto diffusa, tra le fila dei partiti, movimenti e liste civiche che concorrono, di volta in volta, alle elezioni nazionali (parlamento) e locali (regioni e comuni), quella del "cambio di casacca" nel corso della legislatura nella quale si è stati eletti . Le motivazioni con le quali i diretti interessati cercano di giustificare le loro " scelte alternative ", rispetto alle posizioni politiche che hanno, precedentemente, ottenuto grazie a chi gli ha dato il diritto di sedersi nelle camere del parlamento nazionale o in quelle dei consigli locali , di fatto, non rispettano l'elettorato che li ha votati, anzi, sa un po' troppo di presa in giro verso chi, con un segno su un foglio gli ha aperto le porte del governo centrale o locale e gli ha affidato la gestione del bene pubblico. Proviamo a riflettere su questo. Se ti candidi sotto un determinato simbolo si presume che, in primo luogo, tu abbia letto bene gli scopi statutari che quello stesso movimento politico si prefigge di perseguire e a cui si ispira ; in secondo luogo, presume che tu stesso diventi esempio vivente e persegua quei principi in cui ti sei riconosciuto, affinché tu possa essere di ispirazione per gli altri. Ma soprattutto, se ti candidi sotto un determinato simbolo, non puoi eludere il tuo elettorato dopo essere stato da lui sostenuto, tentando di motivare la tua decisione "alternativa" , presa nello stesso periodo del tuo mandato elettorale, con il passaggio ad altro gruppo politico strutturato con una sua identità precisa che conoscevi anche prima, o addirittura in quello misto, che sa di " parcheggio ", di una " sosta temporanea " dove si resta in attesa di nuove proposte . E la giustificazione che di solito dobbiamo ascoltare, di chi fa il " grande salto " (ironizziamo che è meglio), risponde sempre a qualcosa di simile: " sono uscito dal gruppo e/o dalla coalizione in cui mi trovavo, per divergenze intestine e mancanza di punti di incontro ". Frasi di questo tipo, che leggiamo spesso, purtroppo, lasciano il tempo che trovano e non rafforzano, di sicuro, il rapporto con quell'elettorato che ti ha dato la possibilità di sedere in un consiglio nazionale o locale . Al contempo, non concorrono a creare nella società quella cultura politica che si dovrebbe basare sull'i ntegrità etica e morale della persona che decide di candidarsi per amministrare il bene pubblico . C'è chi dichiara, addirittura, di lasciare definitivamente la politica se il risultato che si attende non dovesse essere quello per cui si è esposto, ma poi, pur non raccogliendo ciò che sperava, facendo finta di niente, continua beato e pacioso il suo lavoro nelle camere di Governo Nazionali o Locali. Questa è un'altra grave anomalia che, chi la pratica, vuole far passare come normalità, consuetudine, ma che invece fa aumentare nell'elettore la voglia di astenersi dal tornare a votare alle successive mandate elettorali . Ecco che l'aumento dell' astensionismo da parte degli aventi diritto di voto , per le succitate "anomalie" del fare politica di alcuni, evidentemente troppi, sono diventate nei decenni che si sono susseguiti dal dopoguerra ad oggi, una costante negativa , una logica conseguenza di un' azione politica " precaria " , dove la dignità e l' identità , l' etica e la morale , esercitate da certi personaggi, non hanno più alcun valore. Mantenere la parola data all'elettore in sede di campagna elettorale nel corso della legislatura nel quale si amministrerà il bene pubblico, impone una grande responsabilità al candidato politico una volta eletto , per cui dovrebbe mantenere fede a ciò che ha promesso, a quel " contratto morale" sottoscritto con il proprio elettorato , qualsiasi sia lo scudo di partito o movimento sotto cui si è presentato, che sia all'opposizione o nella maggioranza di governo, altrimenti, se le cose non dovessero andare, dovrebbe essere in grado di tornare a casa e riprovarci, se lo desidera, in un'altra mandata elettore, con idee più chiare verso se stesso, magari anche con un partito politico diverso da quello con cui si era presentato precedentemente. Ma è evidente che la poltrona, una volta ottenuta, per alcuni interessa di più della propria dignità, identità, etica e morale personali e soprattutto, nei confronti del rispetto che si deve verso gli elettori , quindi, si cambia casacca e si rimane dentro. La politica è una cosa seria è ha bisogno di persone serie, ma sembra che tutto invece funzioni al contrario. Il coraggio politico sta anche nel saper lasciare il passo ad altri , se nascono divergenze intestine al gruppo dove si è stati eletti, anche perché si rischia, come spesso già accaduto, di approdare in altri "lidi" (partiti, movimenti, liste civiche) che sono in antitesi con quegli "ideali" e "scopi" statutari da cui si era partiti in campagna elettorale e attraverso i quali, si era arrivati nelle camere di governo, nazionale o locale, grazie alle preferenze ricevute. E queste "scelte alternative ", non possono di certo dare stabilità politica, bensì, creano nella società, disorientamento e sfiducia verso le istituzioni . In aggiunta, " cambiare casacca ", pur motivando e giustificando la " scelta alternativa " con tutte le buone intenzioni del caso che il politico "x" cerca di fornire pubblicamente alla collettività, contravviene, comunque, a quel " contratto morale" sottoscritto con il proprio elettore a cui ha spiegato, in sede di candidatura nel periodo di campagna elettorale , il programma politico che avrebbe portato avanti nel corso del suo manato elettorale in cui è stato chiamato a ricoprire un ruolo di consigliere, deputato o senatore . La pratica delle " scelte alternative " politiche dopo che si è stati eletti appare, quindi, qualcosa che non va, di certo, a vantaggio dell'elettore che ha votato quel candidato, ancora di più, se si passa da un partito ad un altro che ha visioni completamente opposte a quelle del gruppo di provenienza. In effetti, in quest'ultimo caso diventa impensabile immaginare che, lo stesso personaggio possa ora continuare a rispondere agli stessi ideali e allo stesso programma politico da lui sottoscritto in sede di campagna elettorale, dal momento che è passato in un altro gruppo, al lato opposto dello schieramento politico, rispetto a dove si trovava prima !!! La politica è una cosa seria, ma sembra che di serio sia rimasto poco e il segnale negativo lo leggiamo ad ogni tornata elettorale , dove sempre più persone si astengono dal diritto/dovere di votare . E q uesto dato è allarmante , perché mentre ci dice che si riduce sempre più il numero di persone aventi diritto di voto che si confrontano alle urne , al contempo, spiana la strada a coloro che hanno la capacità di aggregare quel poco che basta per avere il maggior numero di voti e vincere la partita elettorale, non importa come e con chi , poi, una volta entrati una sistemazione si trova sempre... Dati statistici ci dicono che, dal 1948 al 2022 (votazioni per l' elezione del parlamento ), si è passati da una presenza alle urne degli aventi diritto di voto , da circa il 93% a circa il 64% - (fonte: Elaborazione Openpolis su dati del Ministero dell'Interno - 30 settembre 2022 ) - Come direbbero Benigni e il compianto Troisi , forse, " non ci resta che piangere ".
- FOLLONICA - BAGNINO DI 16 ANNI SALVA IN MARE PADRE E FIGLIO - IL COMUNE LO PREMIA
Mentre il decreto legge n. 85 del 29 giugno 2024 determina i limiti di età dei bagnini (18-50 anni), un ragazzo di sedici anni salva due vite in mare articolo di Massimo Catalucci FOLLONICA - Martedì, 8 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - Lo scorso 26 giugno , sulle coste di Follonica , un ragazzo di 16 anni, assistente bagnanti , vedendo in difficoltà tra le onde due persone , non ha esitato a tuffarsi in acqua per nuotare in loro soccorso, salvandoli dall'annegamento. Le persone salvate dal giovane bagnino, sono padre e figlio ed anche se quest'ultimo indossava un salvagente, stava rischiando di annegare insieme al padre. Le urla di aiuto del genitore sono state sentite fino a riva, così è potuto intervenire il giovane bagnino e una volta raggiunti i malcapitati, li ha accompagnati in salvo sulla spiaggia . Il gesto del giovane assistente bagnanti, non è passato inosservato, come è giusto che fosse e il Comune ha voluto premiarlo . Spesso si parla dei nostri giovani senza valori , ma crediamo che ce ne sono molti che invece hanno forte il senso civico , sono responsabili e consapevoli di essere un tassello importante nella nostra comunità e si impegnano per formarsi in diversi campi professionali per essere protagonisti e migliorare la nostra stessa società, come nel caso dei bagnini professionisti, che svolgono un lavoro socialmente utile per tutti noi . Ma con il nuovo decreto legge 85/2024 , chi ha 16 anni potrà solo formarsi e non essere assunto per svolgere tale professione, che potrà esercitare solo dal 18° anno di età . Intanto, senza nessuna esitazione e osservanza delle nuove regole, Alessio Guidotti , sedicenne, il 26 giugno scorso si è buttato in acqua per salvare due vite. I professionisti del salvataggio , garantiscono alla collettività una maggiore sicurezza nelle aree di mare, laghi, fiumi, piscine e parchi acquatici , permettendoci di godere di momenti di relax e divertimento in acqua. I bagnini di salvataggio, sono "Angeli" che vigilano su noi bagnanti e salvano molte vite . Ricordiamocelo!!! [foto di copertina - fonte: Il Giunco - Il quotidiano della Maremma ]
- ARDEA - INAUGURATO LO SPORTELLO CAREGIVER
Il servizio pubblico ha sede in Via dei Tassi - 14 a Tor San Lorenzo, in una struttura sanitaria territoriale già esistente articolo di Massimo Catalucci ARDEA - Venerdì, 4 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) Il " caregiver familiare " è la persona che si prende cura di un proprio parente all'interno della stessa famiglia. E' una figura essenziale all'interno del nucleo familiare, quando nello stesso c'è bisogno di accudire e seguire per tutto il giorno, una persona non autosufficiente . La persona colpita da una malattia cronica, in condizioni di disabilità di natura psichica e/o fisica, affetta da patologie neuro degenerative, non può essere lasciata sola ed ha necessità di essere assistita H 24 . E chi meglio di un proprio familiare può prendersi cura di un figlio, un genitore, un fratello/sorella se non un'altra persona del proprio nucleo familiare? Ecco che la figura del " caregiver " sta assumendo sempre più, all'interno dello stesso nucleo familiare un ruolo determinante e di grande rilievo. Alla luce di quanto poc'anzi descritto il PUA di Ardea, ha inaugurato questa mattina alle ore 10:00 , alla presenza del Sindaco della città rutula, Maurizio Cremonini e dell' Assessore ai Servizi Sociali , Francesca La Pietra, uno sportello pubblico per i "caregiver familiar i", presso la sede di Tor San Lorenzo - Via dei Tassi 14 , ovvero, nella struttura dove sono già presenti, il Consultorio familiare , il Centro prelievi , l’ AmbuFest e alcuni specialisti . Tale sportello è aperto il lunedì, mercoledì e giovedì dalle 8:30 alle 12:00 e si può contattare per informazioni al seguente numero di telefono 0693276163 . Procedura di accesso allo sportello Il caregiver che si trova nel Comune di Ardea , deve prima di tutto presentare la domanda per mail ( segui questo link ) o andando di persona in via dei Tassi 14 , dove otterrà uno speciale tesserino sanitario che gli consentirà di accedere alla rete dei servizi previsti per questa figura di assistenza familiare . Lo sportello caregiver è organizzato e gestito in collaborazione con la Asl dal Consorzio Sociale Ardea/Pomezia che ha destinato all'accoglienza 3 assistenti sociali che sono operativi anche negli altri 2 Sportelli aperti presso i PUA di Pomezia e in località Macchiozz a. " Pensiamo che questo nuovo servizio sia un’ottima notizia - commentano dal Comitato per i diritti delle persone con disabilità Ardea , ma riteniamo che la reale capacità di dare concreto supporto alle famiglie si misurerà nell'operatività quotidiana e nella capacità di dare risposte adeguate alle famiglie che accudiscono i loro cari ".
- ROMA - ESPLOSIONE DISTRIBUTORE DI CARBURANTI - SFIORATA LA STRAGE - SCENARI COME DA UN CAMPO DI GUERRA (VIDEO)
Diversi i feriti. Il forte boato si è sentito in tutta la Capitale e zone periferiche ( clicca qui per il video ) Video giornalistico di Massimo Catalucci ROMA - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it ) - La forte esplosione si è sentita in tutta la Capitale . Si è sfiorata la strag e, perché fortunatamente, il vicino centro sportivo dove c'è una piscina all'aperto in funzione in questa stagione, non aveva ancora aperto i battenti al pubblico . Come si vede dalle immagini, divelte le recinzioni del centro sportiv o. Uno scenario agghiacciante dove l'esplosione è stata ripresa in dirett a da chi si trovava sul posto, immagini devastanti come fossero tratte da un reportage in zona di guerr a. L'esplosione, oltre alla paura generata in chi l'ha avvertita, ha sicuramente, creato uno stato d'ansia . Sono all'opera le autorità competenti per valutare la dinamica di quanto accaduto. Diversi i feriti. Si attendono ulteriori dichiarazioni dai Vigili del Fuoco , dalle forze dell'ordine e dalle unità sanitarie di soccorso , intervenute sul luogo dell'incidente.
- ROMA - ESPLODE DISTRIBUTORE DI GPL - DIVERSI FERITI (VIDEO)
Il boato intorno alle ore 8:00 di questa mattina, nelle zona del Prenestino, in via Gordiani 32 articolo di Massimo Catalucci ROMA - Venerdì, 4 luglio 2024 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the world - www.massimocatalucci.it ) - A provocare l'esplosione, secondo quanto riferito dai vigili del fuoco tempestivamente intervenuti sul luogo dell'incidente, è stato il distacco di una pompa di cuna cisterna che alimentava l'impianto di distribuzione carburanti da cui si sono sprigionate le fiamme e successivamente, si è udito un botto molto forte che ha fatto tremare molte finestre del circondario. Le attuali notizie parlano di diversi feriti , ma le operazioni di verifica sono ancora in corso con Vigili del fuoco, 118 e Polizia che si trovano sul luogo dei fatti. Su RaiNews.it (Clicca qui) un video dell'incidente avvenuto poco fa.
















