POMEZIA - UN LUNGO CORTEO DI CITTADINI PER DIRE "NO ALL'INCENERITORE" A SANTA PALOMBA
- Massimo Catalucci
- 2 giorni fa
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I sindaci di Pomezia - Ardea e Albano Laziale lanciano un messaggio chiaro al Sindaco di Roma, Gualtieri: "Non siamo la discarica della Capitale d'Italia" (VIDEO)

articolo e video giornalistico di Massimo Catalucci
POMEZIA - 10 settembre 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) - Un lungo corteo pacifico ha manifestato ieri nella località di Santa Palomba (Pomezia) nel pieno diritto dei cittadini, come previsto dalla nostra Costituzione, di denunciare lo scempio del nuovo ecomostro voluto da Gualtieri nelle aree a sud della Capitale.
Il fronte del "NO" cresce: cittadini e istituzioni uniti contro il termovalorizzatore
Un coro unanime si alza dalla provincia sud di Roma: "No all’inceneritore a Santa Palomba". È una voce che parte dal basso, dai cittadini e dai comitati, ma che trova forza e legittimità anche nelle istituzioni locali. I sindaci di Pomezia, Ardea e Albano Laziale – rispettivamente Veronica Felici, Maurizio Cremonini e Massimiliano Borelli – insieme ai loro assessori Gabriella Sergi, Enrica Cammarano (Albano Laziale), Fulvio Bardi (Ardea) e ai consiglieri della regione Lazio e del IX Municipio di Roma, Alessandra Zeppieri e Massimiliano De Juliis, si sono schierati in modo netto contro il progetto voluto dal Sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri e sponsorizzato dal gruppo Acea.
La protesta non si è limitata ai comunicati stampa: ieri, lungo la via Ardeatina, si è svolto un corteo molto partecipato che ha visto famiglie, comitati e rappresentanti istituzionali sfilare dal chilometro 23,600 – sito individuato per il termovalorizzatore (inceneritore) – fino ai cancelli della Chimec SpA. In testa al corteo, bambini con cartelli colorati, accompagnati dai genitori, a ribadire che questa battaglia è per il presente ma anche per il loro futuro. Un'immagine potente e simbolica che fotografa una comunità unita, determinata a salvaguardare il proprio territorio e la salute collettiva.
Il messaggio è chiaro: "Santa Palomba non sarà la nuova discarica di Roma".
Un racconto di resistenza: l’assedio democratico all'inceneritore della provincia a Sud di Roma
Ci sono città di confine, strette tra la Capitale, i colli dei castelli romani e il mare, luoghi di lavoro e famiglie, di scuole e campagne, spesso dimenticate quando si prendono decisioni nei palazzi del potere. Ma questa volta no. Quando si è deciso di costruire un inceneritore proprio lì, a Santa Palomba – già vessata da impianti industriali e discariche – le comunità si sono sollevate in una protesta condivisa.
È nata così un’alleanza che profuma di democrazia partecipata: la Rete Tutela Roma Sud ha acceso la miccia e i cittadini e le amministrazioni comunali con i loro rispettivi Sindaci, hanno risposto presenti. Il primo passo è stato l'approvazione unanime della richiesta di inchiesta pubblica ai sensi del D.Lgs. 152/2006. Un atto formale, forte, condiviso da Albano Laziale, Ardea e Pomezia nel mese di agosto ultimo scorso, a cui si accoderanno come si spera, altri comuni, limitrofi al sito indicato per la costruzione dell'inceneritore.
In parallelo, i sindaci hanno chiesto alla Regione Lazio una proroga per la verifica della documentazione e l’ammissione al tavolo tecnico per l’individuazione dell’area a elevato rischio ambientale di Roncigliano, un passaggio tecnico e politico che, se condotto con rigore, potrebbe bloccare il progetto.
"Si concretizza l'assedio istituzionale e democratico al termovalorizzatore di Acea Gruppo, sponsorizzato da Roberto Gualtieri." - si legge in una nota della Rete Tutela Roma Sud, che ha saputo unire cittadini e amministrazioni in un fronte compatto che vuole essere, finalmente, ascoltato.
Inceneritore - Un progetto sbagliato in un territorio fragile
Gli attivisti parlano di una scelta miope, quella di bruciare rifiuti in un’area già fortemente compromessa. È come gettare benzina su un incendio che divampa da anni, fatto di inquinamento, abbandono e assenza di una visione a lungo termine. Lo spiegano bene anche gli esperti del Comitato tecnico-scientifico di Santa Palomba, nel volume “L'inceneritore di Roma una scelta sbagliata”, che evidenzia come l’economia circolare non preveda la combustione dei rifiuti, bensì il recupero della materia.
La manifestazione: la provincia sud di Roma si ribella
Al corteo di ieri erano presenti tutti i volti di questa resistenza democratica. Come già menzionato, le amministrazioni locali, con a capo Sindaci, Assessori, Consiglieri regionali e municipali di Roma con la loro presenza politica, hanno gridato forte che il territorio ha già dato, che non può sopportare l’ennesimo impianto impattante e che il sindaco Gualtieri sta ignorando sistematicamente le istanze locali.
Un ecomostro da fermare
Il progetto del termovalorizzatore (inceneritore) a Santa Palomba non è solo sbagliato: è pericoloso. Il sito prescelto si trova in una zona densamente industrializzata, con una storia di discariche abusive e autorizzate, e a poca distanza da aree già definite a rischio ambientale, come quella di Roncigliano e altre che sarebbero in via di definizione, come quella a Santa Apollonia, nel comune di Aprilia. Ignorare questi fattori equivale a sottovalutare la salute dei cittadini, oltre che a violare principi fondamentali di precauzione e giustizia ambientale.
La battaglia continua
Quella che si sta combattendo nel quadrante sud della provincia romana non è solo una battaglia locale, ma un segnale forte che i territori non vogliono più essere trattati come retrobottega della Capitale. La Rete Tutela Roma Sud, insieme ai comitati e ai sindaci, ha già tracciato la rotta: partecipazione, trasparenza, e diritto a decidere sul proprio futuro.
Per ora, il fronte del NO è più vivo che mai. E se sarà necessario, tornerà in piazza. Perché in gioco c’è qualcosa che vale più di qualsiasi impianto: la salute delle persone e la dignità di un territorio. E la salute delle persone non si "svende", a prescindere.
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