PROVINCIA SUD DI ROMA - AIUTO SIAMO CIRCONDATI...DAI RIFIUTI E DAL DEGRADO AMBIENTALE
- Massimo Catalucci
- 22 ago
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 27 ago

Aprilia, Albano, Pomezia Ardea: dalla costruzione di nuove discariche a molte altre abusive, dall'inceneritore di Santa Palomba al sito dismesso di Roncigliano - Nella provincia sud della Capitale, dai castelli romani al mare persiste il degrado. Cittadini preoccupati per l'ambiente e per la loro salute

articolo di Massimo Catalucci
ARDEA - Venerdì, 22 agosto 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) - L'intera area a sud di Roma, un tempo celebrata per la sua bellezza naturale e la sua prossimità con i Castelli Romani e il litorale laziale, oggi vive una condizione di vero e proprio assedio ambientale. I territori compresi tra Aprilia, Pomezia, Castelgandolfo, Ardea e Albano Laziale si stanno trasformando in un mosaico di discariche, impianti nocivi e abbandono illegale di rifiuti. Un fenomeno che non è frutto del caso, ma dell’inerzia delle istituzioni e della mancanza di una visione chiara e condivisa per la tutela del territorio e della salute pubblica.
Rifiuti abbandonati e assenza di controlli efficaci
Nelle campagne, ai margini dei torrenti, e dentro e fuori dai centri abitati, fino alle coste del mar Tirreno, proliferano discariche abusive, alimentate dall'inciviltà di alcuni cittadini e dall'assenza di un controllo efficace. L’intervento dei servizi locali risulta spesso insufficiente, disorganizzato o totalmente assente, dall'altra parte anche chi ha gli appalti per la raccolta dei rifiuti, fatica a garantire un servizio efficiente. I cittadini si trovano così a convivere con rifiuti di ogni tipo: materiali edili, plastica, elettrodomestici, pneumatici e sostanze potenzialmente tossiche. Questi si degradano lentamente, rilasciando nell'aria, nel suolo e nelle falde acquifere sostanze nocive che compromettono gravemente la salute pubblica.
Roncigliano: una ferita mai rimarginata
La discarica di Roncigliano, nel comune di Albano, è uno dei simboli storici di questo degrado. Oggi chiusa, resta una minaccia silenziosa. Per anni ha accolto tonnellate di rifiuti, che sono stati interrati negli invasi dove sorge il sito, a confine con i comuni di Albano e Ardea. Il sito continua a sprigionare miasmi e potenziali inquinanti, alimentando il sospetto che la contaminazione possa aver raggiunto anche le falde acquifere, con effetti ancora oggi poco noti, ma potenzialmente devastanti per la salute dei residenti e l’equilibrio ambientale. L'inquinamento della falda idrica, costringe i cittadini a rifornirsi di acqua tramite l’autobotte, inoltre, in un area che è già sofferente di servizi primari, la visione della realizzazione di un inceneritore che avrebbe necessità per funzionare di consumare molta acqua, comporterebbe un ulteriore disagio per i cittadini residenti che, paradossalmente, attendono da anni la realizzazione di condotte idriche di acqua potabile per l'uso domestico.
Aprilia: la turbogas e la nuova minaccia di Santa Apollonia
Spostandoci verso Aprilia, la situazione non migliora. Già gravata dalla presenza della centrale turbogas sulla via Nettunense, la città rischia di ospitare una nuova discarica in località Santa Apollonia. Un progetto che desta forte preoccupazione tra la popolazione locale, già provata da anni di esposizione a fonti inquinanti e timorosa di ulteriori compromissioni ambientali. Aprilia si trova così nel paradosso di dover sopportare impianti altamente impattanti, senza che vi sia un adeguato ritorno in termini di servizi o tutela.
Ardea: Le Salzare, tra rifiuti e archeologia
Ad Ardea, la situazione rasenta lo scandalo. La zona de "Le Salzare" ospita una vasta discarica abusiva a cielo aperto, una vera bomba ecologica in un’area di grande valore storico e culturale. Lo scempio del "serpentone", un edificio destinato ad uso residenziale demolito perché abusivo, ha rappresentato per anni un "monumento" al forte degrado che persiste nel territorio rutulo. Nello specifico, la zona de "Le Salzare" dove sorgeva l'edificio residenziale abusivo abbattuto, trovandosi sul lungomare del comune di Ardea, con il continuo abbandono dei rifiuti di ogni genere nel piazzale adiacente la litoranea, oltre a nuocere all'ambiente e alla salute pubblica, non è di certo un bel biglietto da visita per chi è di passaggio nella via ad alta densità di traffico, in particolare nei periodi estivi e festivi.
Tra l'altro, a poche centinaia di metri dalla discarica abusiva, si trova il sito archeologico di Castrum Inui, testimonianza preziosa dell'antica storia del Lazio. Ma anziché valorizzare questo patrimonio, l'incuria ha lasciato spazio allo scempio. Cumuli di rifiuti crescono nell'indifferenza delle istituzioni e degli incivili che si rendono artefici di tali abusi, minacciando non solo l’ambiente e la salute pubblica, ma anche la memoria storico culturale e archeologica, del territorio.
Pomezia: l’inceneritore a Santa Palomba, una scelta sbagliata e pericolosa
A completare questo triste quadro c'è la già programmata realizzazione del termovalorizzatore a Santa Palomba, nel comune di Pomezia, Pavona, Ardea, Albano. Un progetto fortemente contestato da cittadini, comitati e ambientalisti, che temono l’aggravarsi dell’inquinamento atmosferico in una zona già compromessa. L’idea di bruciare rifiuti in un territorio così fragile, già disseminato di discariche e impianti inquinanti, appare non solo insostenibile ma pericolosamente miope. È come gettare benzina su un fuoco che brucia da anni e che nessuno ha ancora voluto spegnere. La scelta di costruire un termovalorizzatore (inceneritore) nell'area preposta ad ospitarlo è errata, come si legge in modo dettagliato, nel libro: L'inceneritore di Roma una scelta sbagliata: Bruciare rifiuti è uno spreco di materia. L’economia circolare non prevede il recupero energetico. Questo volume serve a fare chiarezza sul delicato argomento, grazie anche agli esperti del Comitato tecnico-scientifico di Santa Palomba, che hanno contribuito alla sua realizzazione (clicca qui).
I comuni della provincia sud di Roma sono pronti ad una svolta decisiva per il bene del territorio e dei cittadini?
Ciò che emerge con forza è un’immagine drammatica, quella di un territorio abbandonato a se stesso, dove i cittadini sono lasciati soli a combattere contro rifiuti, veleni e decisioni calate dall'alto.
Inoltre, ciò che desta ulteriori preoccupazioni, è uno stato di diritto che non viene garantito dalle istituzioni e come espresso dalla Rete Tutela Roma Sud, probabilmente, il Sindaco Gualtieri, approfittando del periodo per antonomasia di ferie nel mese di agosto e altresì, per accorciare i tempi e ottenere presto le autorizzazioni per la realizzazione del nuovo inceneritore a Santa Palomba, ha firmato i documenti per la richiesta delle autorizzazioni lo scorso 7 agosto (clicca qui).
Così facendo, rimane poco tempo ai comuni limitrofi al luogo dove dovrebbe nascere il nuovo impianto di smaltimento rifiuti e agli enti competenti, per leggere e appurare che siano state presentate tutte le carte e che queste siano in regola con le normative vigenti in termini di rispetto dell'ambiente e della salute pubblica.
"No" all'inceneritore - "SI" a soluzioni ecosostenibili: Una battaglia che si vince anche con la mobilitazione cittadina
I comuni interessati adiacenti al sito del nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti, stanno facendo la loro parte ed anche Ardea, il prossimo 26 agosto alle ore 10:30 in prima convocazione e il 27 agosto in seconda convocazione alle ore 12:00, ha convocato il consiglio comunale per discutere e deliberare in merito all'unico punto posto all'OdG: Richiesta di inchiesta pubblica ex art. 24 bis dlgs 152/2006 sulla procedura VIA-PAUR del Polo Impiantistico "Santa Palomba" (clicca qui) .
Una comunità è tale laddove istituzioni, associazioni no-profit e singoli cittadini, si attivano tutti insieme per trovare soluzioni ad una causa comune che li coinvolge tutti. Per questo sarà importante per i residenti ad Ardea, partecipare al prossimo consiglio comunale del 26 o 27 agosto, così da poter manifestare con la propria presenza, per chi potrà esserci, naturalmente, il proprio dissenso alla costruzione del termovalorizzatore (inceneritore) a Santa Palomba.

Inoltre, per chi volesse dare maggiore impeto alla protesta popolare contro la costruzione del nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti voluto da Roma Capitale, potrà farlo sottoscrivendo una petizione con l'apposizione della propria firma. Dallo scorso 8 agosto, sono già in atto le raccolte delle firme, grazie all'iniziativa promossa dall'Unione dei Comitati contro l'inceneritore a Santa Palomba.
In concomitanza con l'iniziativa dell'Unione dei Comitati, altri enti no-profit si stanno attivando per offrire il proprio impegno e contributo sociale nella raccolta delle firme.
Per maggiori informazioni a riguardo si può contattare il Sig. Alessandro Lepidini nr. 3292592595 (unionecomitati2023@gmail.com) dell'Unione Comitati contro l'inceneritore di Santa Palomba, e ad Ardea, è possibile contattare la presidenza del Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0 - ETS, al seguente nr. 3289590875.
Conclusioni
Il sud della provincia romana non può più essere considerato una zona di sacrificio. Serve una svolta vera, fatta di trasparenza, pianificazione sostenibile, bonifiche reali e controllo del territorio.
La salute pubblica, l’ambiente e la dignità dei cittadini non possono continuare ad essere svenduti in nome di interessi economici e logiche emergenziali.
Detto ciò, sembrerebbe che da parte dei comuni interessati dall'ulteriore degrado che la possibile costruzione dell'inceneritore a Santa Palomba arrecherebbe nelle loro aree, ci sia stata una presa di coscienza (si spera) per il serio pericolo che tale impianto si smaltimento rifiuti rappresenterebbe per la salute pubblica, laddove Roma Capitale riuscisse a realizzarlo.
Per cui i comuni stessi sensibili alla questione, hanno convocato dei consigli comunali per fare il punto sul problema e discutere su cosa e come fare per bloccare il progetto in atto. Contestualmente, sarebbe anche interessante e auspicabile che gli stessi comuni potessero dare luogo alla composizione di possibili tavoli tecnici con professionisti costituiti in commissioni preposte nello studio, ricerca e attuazione di progetti alternativi ecosostenibili, preposti allo smaltimento e riciclo dei rifiuti.
Non è troppo tardi, ma serve volontà politica e partecipazione civica. Serve soprattutto che le istituzioni, finalmente, ascoltino il grido d’allarme di chi in questi luoghi ci vive. Perché oggi quel grido suona forte: “Aiuto, siamo circondati!!!”
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