ROMA - 23/24 SETTEMBRE - 24.000 FIRME CONTRO I POTERI SPECIALI ASSEGNATI AL SINDACO DELLA CAPITALE ROBERTO GUALTIERI
- Massimo Catalucci
- 23 set
- Tempo di lettura: 5 min

Unione dei Comitati contro l'inceneritore a Santa Palomba: "E' necessario mettere termine alla stagione di un Gualtieri posto, dalla legge stessa, al di sopra delle leggi"

articolo di Massimo Catalucci
ROMA - 23 settembre 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) - L’Unione dei Comitati contro l’Inceneritore a Santa Palomba ha annunciato una nuova tappa nella mobilitazione contro il progetto dell’inceneritore e contro i poteri straordinari attribuiti al sindaco‑commissario di Roma, Roberto Gualtieri. Nei giorni del 23 e 24 settembre saranno presenti a Roma, in piazza Capranica alle spalle del palazzo di Montecitorio, forti di 24.000 no dei cittadini ai poteri speciali concessi al sindaco dall’attuale normativa, accusata di permettere decisioni al di fuori dei normali vincoli di legge, ambientali e democratici.
Chi sono i promotori e cosa chiedono
L’iniziativa è promossa dall’Unione dei Comitati contro l’Inceneritore a Santa Palomba, soggetto che unisce varie associazioni, comitati locali, e promuove iniziative in raccordo con le istituzioni locali contrarie al progetto di Roma Capitale. Il messaggio che lanciano è chiaro: secondo loro, con il combinato disposto della legge che attribuisce poteri commissariali straordinari e degli strumenti normativi, Gualtieri è messo in grado di operare “sopra le leggi” ordinarie, bypassando procedure ordinarie, controlli ambientali, partecipazione pubblica, e competenze locali.
Tra le richieste principali vi è la perimetrazione dei poteri speciali concessi al sindaco in materia di rifiuti, in particolare quelli che consentono decisioni dirette su autorizzazioni ambientali, pianificazione territoriale, appalti, e opere infrastrutturali operando in deroga alle relative normative. L'Unione chiede il ripristino del diritto: cioè che ogni decisione relativa all’inceneritore, così come ad altri progetti di rilievo ambientale, sia soggetta ai passaggi previsti per legge, ai limiti di trasparenza, ai vincoli ambientali e al coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni locali.
Il contesto normativo e le ragioni della protesta
Secondo L'Unione dei Comitati contro l'inceneritore:
* I poteri straordinari derivano da norme che erano state pensate per gestire situazioni emergenziali legate al Giubileo, ma vengono ora utilizzate — dicono dall’unione dei comitati — per autorizzare un’opera permanente come l’inceneritore, aggirando vincoli ambientali e procedure ordinarie.
* L’inceneritore previsto a Santa Palomba ha una capacità dichiarata di smaltire circa 600.000 tonnellate di rifiuti all’anno. Per i promotori, questo impianto pone rischi concreti per la salute, l’ambiente, la qualità dell’aria e causa anche un impatto sociale ed economico rilevante — tra cui la svalutazione immobiliare nei territori coinvolti e la perdita di certificazioni di qualità per le aziende agricole (DOC – DOCG - DOP – IGP – STP e quelle europee che riguardano l’Agricoltura Biologica)
* I Comitati contestano inoltre le argomentazioni pro‑inceneritore basate su presunti risparmi economici per la città, sul recupero energetico o sul contrasto alle emissioni: secondo loro tali risparmi sono illusori, i benefici ambientali inesistenti e i costi sanitari e economici per la cittadinanza di fatto ignorati.
* È da sottolineare che nella primavera del 2024 l’Unione aveva già raccolto migliaia di firme (oltre 13mila) presentate in Regione, parlamento nazionale ed europeo ma effettivamente discusse solo a Bruxelles, con richieste analoghe di revoca dei poteri speciali, sospensione della gara, rispetto del principio di precauzione e maggiore partecipazione cittadina
L'obiettivo delle 24.000 firme e l prospettive
Il raggiungimento delle complessive 24.000 firme attraverso in questa nuova petizione rappresenta, per i comitati, un ulteriore segnale di mobilitazione ampio, che non si limita a pochi territori ma include cittadini dei Comuni che verrebbero impattati direttamente dall'inceneritore e dai cambiamenti territoriali connessi.
Con questa iniziativa l'Unione dei comitati contro l'inceneritore a Santa Palomba chiede:
1. che si modifichino i poteri speciali attribuiti al sindaco/commissario che permettono procedure semplificate o d’emergenza laddove la legge ordinaria impone procedure rigorose e controlli;
2. che il Parlamento si faccia carico di ristabilire il rispetto delle normative ambientali, della partecipazione civile, e del principio di legalità e che le comunità locali abbiano voce e competenza nelle decisioni che le riguardano.
Le criticità sollevate
Nel tempo sono state evidenziate alcune criticità che i sostenitori del progetto trascurerebbero, secondo i comitati:
* I costi reali dell’inceneritore, inclusi quelli nascosti: smaltimento delle emissioni, costi per la gestione di CO₂, costi sanitari dovuti alle emissioni dannose, e impatti sul territorio circostante.
* Le affermazioni ufficiali sull’efficacia degli strumenti di mitigazione ambientale, come la cattura della CO₂, considerate dalla Unione come fonti di propaganda, per quanto certi dispositivi siano sperimentali e con una efficacia reale insignificante rispetto alle emissioni complessive previste dell’impianto.
* L’uso di strumenti normativi emergenziali, che aggirano controlli, vincoli, normative ambientali e territoriali, senza adeguata trasparenza né sufficiente coinvolgimento istituzionale (enti locali, comunità, cittadini).
* Il timore che il progetto provochi danni permanenti: non solo all’ambiente, ma soprattutto alla salute, al paesaggio, alla qualità della vita e al valore immobiliare dei territori attorno all’impianto.
Implicazioni istituzionali e politiche
L’iniziativa dell’Unione dei Comitati contro l’inceneritore non è solo una protesta tecnica o ambientale: è anche una richiesta di cambiamento nel modo in cui si esercita il potere pubblico nella Capitale. Alcune delle implicazioni sono:
* Se i poteri speciali non venissero ricondotti al rispetto delle normative di settore, si aprirebbe un precedente per altri progetti simili: che opere grandi, impattanti, possano essere autorizzate bypassando i consueti controlli.
* Il tema mette in tensione le relazioni tra Roma Capitale, la Regione Lazio e lo Stato centrale, in quanto le competenze ambientali, urbanistiche e la normativa sui rifiuti coinvolgono più livelli istituzionali.
* Politicamente, la mobilitazione potrebbe spingere per modifiche legislative, che limitino lo strumento del commissariamento, specialmente quando usato per opere non strettamente connesse all’emergenza.
* La questione ha anche un forte risvolto democratico e simbolico: la richiesta è che nessuno — nemmeno chi ricopre cariche istituzionali elevatissime come il sindaco‑commissario — sia posto al di sopra delle leggi, ma sia soggetto alle norme, al controllo, alla trasparenza e alla partecipazione dei cittadini.
In conclusione, con le 24.000 firme, l’Unione dei Comitati contro l’Inceneritore a Santa Palomba alza il livello della protesta: non più un’azione localizzata, ma una richiesta corale che riguarda la democrazia, la legalità e il diritto delle comunità a decidere. I comitati formulano un monito chiaro: è giunto il momento di porre fine a una stagione in cui poteri speciali — nati per emergenze — vengono utilizzati per imporre progetti permanenti senza adeguati contrappesi.
La rimodulazione di questi poteri non è, quindi, un’opzione negoziabile, ma una misura necessaria per tutelare l’ambiente, la salute pubblica, la democrazia e la legalità.
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