ELEZIONI REGIONALI 2025 - CRESCE IL "MOVIMENTO POPOLARE" E SI AVVICINA AL 60% DEI CONSENSI
- Massimo Catalucci

- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

Veneto, Puglia e Toscana - Rimane tutto invariato. Cambiano i numeri ma il trend conferma gli esiti finali delle elezioni del 2020: due regioni al centrosinistra e una al centrodestra

articolo di Massimo Catalucci
ROMA - Martedì, 25 novembre 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) -
ROMA – Martedì, 25 novembre 2025 – (NEWS & COMMUNITY – Look at the World (www.massimocatalucci.it) – Le urne si sono chiuse e, come un’onda che torna sempre alla riva, il quadro politico nei tre territori chiamati al voto resta identico. Veneto al centrodestra, Toscana e Puglia al centrosinistra. Tutto secondo previsioni. Tutto come cinque anni fa.
Eppure, dietro questa apparente stabilità si muove qualcosa di enorme, qualcosa che potrebbe cambiare il futuro, più dei governi che oggi si insediano.
Sta crescendo un “movimento popolare” silenzioso, potente, trasversale. Un movimento che sfiora il 60%.
No, non è un partito. È l’astensionismo.
Un movimento che vince nei numeri, ma che perde e ci fa perdere nella strategia, nella visione, nella capacità di incidere davvero sul destino politico del Paese.
Un movimento che, pur sentendosi tradito, deluso, abbandonato dalla politica, finisce per consegnare le chiavi del potere sempre agli stessi, senza neppure accorgersene.
L’ASTENSIONISMO: IL VINCITORE CHE NON CAMBIA NULLA
È comprensibile, quasi inevitabile: chi non si sente ascoltato, chi vede promesse mancate e logiche di partito che schiacciano le persone reali, può maturare la scelta di dire “basta”. E così, tanti cittadini rinunciano al voto come forma di protesta.
Ma c’è un paradosso: rinunciando al voto, si rinuncia anche alla protesta stessa.
Perché?
Perché, qualunque sia il numero degli astenuti, ci sarà sempre un gruppo, piccolo o grande, disposto ad andare alle urne, motivato o guidato che sia. E basterà quella minoranza per eleggere chi deciderà per tutti.
Sì, anche per chi resta a casa!!!
Immaginiamolo: un Parlamento legittimo, certo, ma scelto da pochi. Un governo che rappresenta solo una frazione degli aventi diritto.
Sarebbe questo un vantaggio per i cittadini? Difficile crederlo.
Ma sarebbe un vantaggio per chi governa, questo sì. Perché sarebbe comunque legittimato a farlo dalla Costituzione.
È uno scenario limite, quasi utopistico, ma serve a mostrare chiaramente ciò che spesso non si vuole vedere: l’astensione non cambia nulla. Anzi, cristallizza il sistema. Lo protegge. Lo difende.
IL DATO CHE FA TREMARE: QUASI 60% DI ASTENUTI
In queste ultime regionali ha votato solo il 43,66% degli aventi diritto. Un calo ulteriore, netto, pesante, rispetto alle precedenti elezioni del 2020.

Cresce così il “movimento popolare degli scontenti”, la prima forza del Paese, almeno nei numeri. Se fosse un partito, sarebbe il più grande d’Italia.
Ed è proprio questo il dato su cui tutti, cittadini e politici, devono fermarsi e interrogarsi. Perché l’astensionismo non è un rumore di fondo.
È un grido. Un grido che dice: “Non mi sento rappresentato.”
Ma è anche, purtroppo: “Lascio agli altri il potere di decidere per me.”
DEMOCRAZIA: UNA RESPONSABILITÀ, NON UN AUTOMATISMO
Chi ama davvero la democrazia sa che non basta pretendere un Parlamento più competente, onesto, responsabile.
Bisogna costruirlo insieme. E per farlo servono partecipazione, attenzione, impegno.
Serve un elettore che torni protagonista, non spettatore.
Nel nostro Stato di diritto non esistono scorciatoie: l’unica rivoluzione possibile è quella culturale.
Una rivoluzione che nasce nei comportamenti quotidiani, nella volontà di informarsi, di scegliere, di essere presenti, responsabili, partecipativi.
Una rivoluzione che chiede rispetto, responsabilità, consapevolezza.
Solo così cittadini e politici diventano insieme parte di un’unica costruzione: quella del futuro del Paese.
L’astensionismo può sembrare un segnale forte. Ma la vera forza, quella che cambia e trasforma davvero le cose, resta una sola: mettere una croce su una scheda, e farlo sapendo che quella croce pesa più di qualsiasi protesta silenziosa.
---------------------------------------------








Commenti