Gli agricoltori con i loro trattori sono in marcia da tutte le parti d'Italia da diversi giorni e si apprestano ad entrare nelle città
articolo di Massimo Catalucci
(NEWS & COMMUNITY - Look at the World) Latina, 30 gennaio 2024 - Continua ad oltranza la protesta degli agricoltori in tutta Italia e si unisce a quella in atto in altri paesi della CE, dove Francesi e Tedeschi stanno condividendo insieme ad altri imprenditori agricoli europei gli stessi intenti che possono essere sintetizzati in questa frase: "No ai contributi per non coltivare".
Le proposte green dettate dall'Europa, non convincono chi produce da millenni prodotti tipici e originali, con il sudore della fronte e la forza delle braccia, nei campi di coltivazione e nelle fattorie di allevamento del bestiame; così come non convince i pescatori di professione a cui si aggiungono i dissensi di molti consumatori che si ribellano ad una cultura agroalimentare, definita "green" dalla stessa Comunità Europea e basata su farine proteiche prodotte con grilli e locuste, senza parlare poi, della cosiddetta "Carne Frankenstein", ovvero, la carne "allevata" in vitro in laboratorio.
La protesta degli imprenditori agricoli (CRA - Comitati Riuniti Agricoli)
"Sarà un flop, così dicevano...- commenta il Presidente del CRA (Comitati Riuniti Agricoli), Danilo Calvani che prosegue - Il CRA ha proclamato la mobilitazione nazionale degli agricoltori contro il parere di tutti, sarà un flop, nessuno vi seguirà, così dicevano, ma la nostra determinazione, era più forte dei portatori di jella, dei disfattisti, dei sindacalisti agricoli che, con le loro minacce, impaurivano gli Agricoltori, non avevamo paura di fallire, eravamo e siamo determinati ad andare avanti. Ora - conclude Calvani nel post pubblicato sulla sua pagina Facebook - in tutta Italia e in Europa si vede cosa sta accadendo...alla faccia del flop...W gli agricoltori Italiani e che Dio ci benedica!!"
Tra le denunce degli agricoltori italiani in protesta, c'è anche l'inefficienza dei sindacati che non dimostrano, a loro dire, di tutelare concretamente i diritti di chi da millenni si dedica alle piantagioni agricole.
Cosa chiedono gli agricoltori
I redditi dei coltivatori ed allevatori, sono messi in ginocchio dalla politica dei prezzi bassi, per effetto della concorrenza straniera, a cui si aggiungono i costi molto alti di produzione. A dare il colpo di grazia ad una situazione già molto complicata, c'è la pressione fiscale e tributaria che getta ancora più nella sofferenza le imprese agricole (Irpef e Imu). "Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Vogliamo un'agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata" - è lo slogan del manifesto del coordinamento nazionale.
"Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo" - dichiarano gli agricoltori che precisano - "Noi siamo i custodi della natura, non soggetti che inquinano".
E partendo dall'assunto che i nostri agricoltori difendono l'ambiente e lo rispettano, per cui altrimenti non avrebbero poi i frutti che questa riesce a regalarci se la natura non viene curata e gestita a dovere, è evidente che ci sia indignazione da parte dei nostri stessi imprenditori agricoli, quando dall'Europa arrivano obblighi di non coltivare il 4% dei terreni a fronte di irrisori contributi e con le dubbie motivazioni, di fare tutto questo per rispetto dell'ambiente aggredito dall'inquinamento prodotto dalle aziende agricole.
Questo sistema, volto a disincentivare la coltivazione si combatte con "regolamenti stringenti che contrastino l'ingresso sul mercato di cibi sintetici e il mantenimento anche dopo il 2026 del sistema che tiene calmierati i costi del gasolio agricolo" - dichiarano i coltivatori.
Cosa risponde il Ministro per l'Agricoltura e la Sovranità Alimentare
Sul vasto argomento delle direttive europee in ragione di coltivazione, produzione e vendita dei generi alimentai, considerate da Bruxelles evolutive (forse sarebbe il caso di dire involutive) messe in atto per far fronte alle esigenze ambientali (green) applicabili ai settori dell'agricoltura, dell'allevamento e della pesca, è intervenuto già qualche tempo fa il Ministro per l'Agricoltura e la Sovranità Alimentare, On. Francesco Lollobrigida che oggi ribadisce la vicinanza del Governo italiano ai manifestanti.
"Non sacrificheremo gli interessi dei nostri asset produttivi - dichiara spiega il Ministro in occasione di una protesta dei pescatori - "Garantire sostenibilità ambientale, ma garantire anche sostenibilità economica - ha continuato Lollobrigida - Una nazione che si impoverisce non può nemmeno aiutare i più deboli e noi intendiamo farlo".
Tuttavia, il Ministro invita i manifestanti a dimostrare le proprie ragioni e a rappresentare le proprie richieste, nelle modalità che in democrazia sono concesse, condannando, contestualmente, ogni forma di violenza che dovesse essere messa in campo da chicchessia.
"Considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto a Viterbo" - ha dichiarato con fermezza Lollobrigida che, comunque, ha aggiunto - "Rimaniamo convintamente al fianco degli agricoltori, di chi intende lavorare per avere il giusto reddito e creare ricchezza per sé e la Nazione. Pronti al massimo impegno in Italia come in Europa. Siamo dalla vostra parte, ma no alle violenze".
Intanto, le manifestazioni degli imprenditori agricoli continuano in tutta Italia e crediamo che non si fermeranno presto perché questa volta in gioco c'è l'identità dei lavoratori di un settore che da millenni produce beni alimentari di ogni genere e che, soprattutto, non vuole essere cancellata a colpi di "legge", con la scusa del processo evolutivo decantato dalla Comunità Europea ma involutivo in termini di tradizioni, usi, costumi, rispetto per l'ambiente e la salute delle persone.
L'Italia è una terra ricca di eccellenze nei diversi settori agroalimentari e nell'arte culinaria; è un paese di agricoltori, allevatori e pescatori, per cui se il governo dovesse attuare le direttive europee in ragione di una produzione e commercializzazione di farine proteiche a base di insetti e locuste, in aggiunta a carne e pesce prodotti in vitro, a discapito di quello che produciamo da millenni, vorrebbe dire cancellare l'identità di una millenaria categoria di lavoratori e di conseguenza, si concretizzerebbe la cancellazione delle nostre tradizioni, della nostra storia...della nostra terra.
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