Il Presidente di Fratelli d’Italia ha già fatto capire in Europa e in Italia che se guiderà il Governo non sarà lo “zerbino” di nessuno
– articolo di Massimo Catalucci.
Roma, 15 ottobre 2022 – “L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita, credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa“. Queste le parole di Giorgia Meloni (FdI) in risposta alle infelici affermazioni del Ministro francese per gli Affari europei, Laurence Boone che facevano da eco ad un altro intervento imbarazzante, di qualche giorno prima, del primo Ministro francese Élisabeth Borne.
Il tentativo della sinistra di voler destabilizzare anche attraverso alleanze europee il Governo che sta nascendo, è palese a tutti oramai. Una sinistra che non vuole accettare la sua sconfitta determinata, democraticamente, dal popolo attraverso il voto lo scorso 25 settembre. Una continua frustrazione che viene manifestata anche tra i banchi della Camera dei Deputati dove, in occasione dell’elezione del Presidente, ricaduta su Lorenzo Fontana (Lega), il PD srotolava uno striscione con la scritta: “NO A UN PRESIDENTE OMOFOBO PRO PUTIN” (clicca qui).
Una sinistra che non accetta una maggioranza di Governo che via via sta dando forma ad una squadra di persone competenti, certamente, in linea con il pensiero di centro destra, segnato da quei valori di sovranità popolare, libertà, democrazia, giustizia, solidarietà sociale, merito ed equità fiscale e principi protratti alla visione Spirituale della Vita e ai Valori della tradizione Nazionale, liberale e popolare, nonché ad una visione partecipativa ed attiva nella costruzione dell’Europa dei Popoli.
Ma Giorgia Meloni, persona ferma e consapevole delle proprie idee politiche e della bontà delle stesse, sta mettendo da subito tutti al posto loro, facendo capire che la musica in Italia e in Europa è già cambiata e se avrà l’onore e l’onere di guidare il Governo (questo avverrà solo se e quando Mattarella firmerà il mandato al futuro candidato Premier) per i prossimi cinque anni, nessuno dovrà permettersi di “manipolare” dal di fuori le decisioni del nostro nuovo Governo.
Questa sua determinazione, Giorgia Meloni l’ha ribadita anche agli alleati. In particolare a Berlusconi, a seguito delle polemiche che sono sorte nel corso dell’elezione del Presidente del Senato della Repubblica, ricaduta poi su Ignazio La Russa e per cui il Leader forzista, sembrerebbe non averla digerita e per cui si sarebbe lasciato andare, da come riportano alcuni giornali, a degli appellativi non certo lusinghieri, nei confronti del Presidente di Fratelli d’Italia.
“Giorgia Meloni. Un comportamento 1. supponente 2. prepotente 3. arrogante 4. offensivo. Nessuna disponibilità al cambiamento. È una con cui non si può andare d’accordo” – questo è quanto ha riportato il quotidiano “Corriere della Sera” (clicca qui), riferendosi a quanto scritto da Berlusconi su un foglio di carta intestata “Villa San Martino” e immortalato sullo scranno del Senato, dove siede il Presidente di Forza Italia.
“Non sono ricattabile“– risponde ai giornalisti Giorgia Meloni, quando le riportano le affermazioni fatte su di lei da Silvio Berlusconi (video – clicca qui).
Una Giorgia Meloni che sta dimostrando sempre più di avere tutti i numeri per poter guidare il nuovo Governo e che non si fa intimorire da nessuno, per cui riesce a tenere ben salde in mano le briglie dei “cavalli di razza” della maggioranza, sapendo quando è il momento di tirarle e quando di allentarle. Una donna, una mamma, una politica che si è saputa imporre fino a qui in un mondo dove è difficile per chiunque imporsi e che ha già fatto capire a tutti, nel nostro Paese e in Europa, che l’Italia vuole e tornerà ad essere la protagonista che merita nel contesto internazionale e non più lo zerbino di chicchessia.
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