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  • Immagine del redattoreMassimo Catalucci

ARDEA, INCONGRUENZA O DISSONANZA SOCIALE? QUANDO LA PAROLA NON BASTA...

Venerdì 31 marzo e Sabato 1° aprile, la Sala Consiliare ha ospitato due eventi importanti...o forse no, visto il diverso interesse dimostrato dalla cittadinanza?



- articolo di Massimo Catalucci


Ardea, 4 aprile 2023 - Forse la frase più azzeccata per il titolo di questo articolo avrebbe dovuto essere: "Trova le differenze...".


E questo, probabilmente, avrebbe dato più risalto a quello che si vuole qui commentare, ovvero, come sia sempre molto in voga e diffuso l'uso della lamentela da parte di molti ad Ardea e poco diffusa la pratica della coerenza che, invece, dovrebbe vedere il pensiero e le parole camminare di pari passo con i fatti concreti.


Proviamo a spiegare meglio questo concetto.


Ardea è un luogo che viene spesso additato da molti nei social come un territorio dove non viene fatto nulla per quelle persone, residenti nel territorio comunale, che vivono situazioni sociali e di salute di svantaggio.


Eppure, esistono anche diverse associazioni di volontariato che si prodigano, quotidianamente, nel proporre e perseguire progetti legati a tematiche di interesse sociale, quali il diritto alla salute, all'inclusione, alla socializzazione, a cui seguono "slogan" che invitano la cittadinanza alla partecipazione attiva, alla condivisione e più in generale, alla tutela dei diritti basilari. Inviti che trovano molti consensi nei social, dai maestri della tastiera, del digitale e del mondo virtuale ma pochissimi riscontri dalle persone nella vita reale.


Per cui, quando poi, qualcuno, sia esso organizzato in sodalizi di volontariato o che si attivi individualmente, si prende la responsabilità di "accogliere quel grido di mancanza di servizi" che emerge dalla collettività e mette in atto progetti che possono colmare quel buco sociale di cui ci si lamenta, ci si rende conto che le parole, spesso usate da chi critica, anche aspramente, al momento in cui gli viene offerto in modo concreto, tangibile e non virtuale, con l'ausilio o meno della partecipazione dell'Amministrazione locale o con l'esclusivo apporto di strutture ed organismi privati, trova il vuoto da parte di quegli stessi cittadini che si lamentano ogni giorno nel web.


E' il caso di quanto successo nella scorsa settimana, quando, già da tempo prima, era stata fatta un'informazione a tappeto attraverso articoli di giornale, video reportage e nei social web, su una patologia che colpisce 3.000.000 di donne in Italia e 176.000.000 circa nel mondo e che prende il nome di Endometriosi. Patologia di cui si è pensato di parlarne in un Convegno ad Ardea con medici, psicologi e dove si sono ascoltate le testimonianze di chi è costretto a vivere una vita condizionata da una malattia cronica invalidante e al quale hanno partecipato pochissimi cittadini, di cui la metà o forse più, erano relatori, organizzatori, consiglieri comunali, assessori, oltre al Sindaco della città.


Ecco, questo dovrebbe dirla lunga su quale sia la realtà, la sensibilità, l'attenzione vere di chi si lamenta che ad Ardea non vengono creati i presupposti per supportare chi si trova in situazioni di svantaggio sociale e come in questo caso dell'endometriosi, in situazioni di salute altamente invalidanti.

Inoltre, questo conferma come ad Ardea sia molto in voga lo sport della lamentala e della "critica gratuita", pratica che serve solo a "creare caos", pratica che divide e non unisce e di conseguenza, non costruisce una "cultura del dire/fare" nel territorio, allontanando sempre più la possibilità di crescere, culturalmente, sotto ogni profilo, in questa città.


Ora, la foto che è stata posta a copertina di questo articolo e che ritrae due momenti socio-sanitari e socio-culturali distinti, è certamente "provocatoria" ma solo ai fini dell'esaltazione del concetto che qui si vuole esprimere, che è quello dell'incongruenza che c'è tra il diritto di un cittadino di potersi lamentare di ciò che manca e al contempo, la sua omessa presenza, quando quel buco viene colmato e lui non partecipa attivamente ad attività che informano e formano la cittadinanza sui temi che la interessano da vicino. E quello dell'evento sociosanitario, appunto, legato alla salute pubblica e al diritto, che ha avuto luogo lo scorso 31-03-2023 presso la sala Consiliare ad Ardea, sono un esempio della risposta reale che è capace di produrre, attualmente, la cittadinanza.


A scanso di equivoci e per rispondere anticipatamente a chi dovesse considerare questo articolo diversamente da quello che è il vero fine che si prefigge di raggiungere e già su evidenziato, sono del parere che ogni attività di interesse sociale, anche ludica, che coinvolga la collettività e che faccia vivere alle persone attimi di condivisione dove poter socializzare, sia di alto contenuto relazionale e inclusivo e soprattutto, sono convinto che faccia bene al territorio.


Quello cui però non si può non rilevare, vista la risposta del pubblico ad un evento piuttosto che ad un altro, è il grado culturale molto basso delle politiche sociali ad Ardea, anche da parte di chi è organizzato in sodalizi riconosciuti o meno, in associazioni strutturate e di volontariato, a fronte di un alto grado di superficialità e capacità di critica gratuita e non costruttiva che avvolge molti. Per cui rimangono lunghi elenchi di nobile parole, quelle scritte e/o pronunciate qua e là nel web, dall'alto contenuto valoriale che, comunque, non trovano riscontro nella realtà della pratica quotidiana.


Di certo, questa incongruenza sociale qui evidenziata, che avvolge molti, non frenerà chi ha una visione ottimistica (forse per alcuni utopistica) del futuro, per cui è fuori di dubbio che, chi ha la capacità di allineare i pensieri, le parole e le azioni su un'unica linea, prenderà i dati qui riscontrati, seppur negativi sulla carta, quale incentivo per continuare ad operare nella direzione della crescita culturale territoriale...e chi vorrà, liberamente, potrà unirsi a questo gruppo di "utopisti", incalliti ottimisti, oppure più semplicemente, potrà continuare a lamentarsi di ciò che manca.


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