L'obiettivo è creare un sistema tra imprese, istituzioni governative e formazione, che velocizzi e faciliti l'incontro tra domanda, offerta e l'inserimento nel mondo del lavoro
- articolo di Massimo Catalucci
Ardea, 28 dicembre 2022 - In un documento della Unioncamere-ANPAL (Associazione Nazionale Politiche Attive del Lavoro) si legge che, mentre nel 2020, periodo economico peggiore dal dopoguerra, dovuto ad una "pandemia" che forse non è stata gestita come si sarebbe dovuto e potuto e che ha aggravato lo scenario socioeconomico del nostro Paese, nel 2021 c'è stata una forte ripresa che ha determinato l'aumento della domanda e dell'offerta lavorativa.
I dati raccolti nel documento dell'Unioncamere-ANPAL, ci dicono che, nel corso del 2021 c'è stata una graduale ripresa dell’attività economica, che è andata consolidandosi e rafforzandosi, arrivando ad una crescita del PIL del 6,2%, nettamente, superiore alle previsioni di inizio anno. Se a questo aggiungiamo che negli ultimi tre mesi l'Italia ha superato in tal senso Germania, Francia e Spagna, le previsioni per il prossimo futuro, lasciano ben sperare per un sempre più crescente incontro tra la domanda e l'offerta nel mercato del lavoro.
Ecco che, per far girare l'economia e parallelamente, soddisfare le esigenze di richiesta di lavoro che ci sono nel nostro Paese, tutto ruota intorno allo snellimento burocratico dell'iter di assunzione del personale; dall'abbassamento del costo del lavoro, alla collaborazione sinergica tra istituzioni governative, imprese, centri per l'impiego e mondo della formazione professionale di base e quella prevista per l'aggiornamento costante e continuativo (Lifelong Learning). Aspetto, quest'ultimo, della formazione, che unisce modalità “formali” (come il percorso scolastico) e modalità “informali” (esempio: partecipazione a eventi culturali o altre occasioni che creano delle esperienze che accrescono il proporio bagaglio culturale).
Tra gli scenari per l'orientamento e la programmazione della formazione, intesa come metodica di preparazione ed immissione al mondo del lavoro con una approccio pratico/teorico, nel periodo 2022/2026, nei settori dell'impresa privata emergono quote in percentuale più o meno equivalenti riguardo le figure professionali con elevate prestazioni di specializzazione e tecniche (34,7%); figure professionali con conoscenze e competenze impiegatizie e di servizi (31,4%); figure professionali di artigiani e operai (31,9%). Mentre, le percentuali cambiano nella PA, dove il 59,9% riguarda le figure professionali con elevate prestazioni di specializzazione e tecniche; il 34,1% quelle con conoscenze e competenze impiegatizie e di servizi; e solo il 5,5% riguarda le figure professionali di artigiani e operai.
Come si può evincere da questi dati, la proiezione nel settore dell'impresa privata evidenzia un'alta percentuale di artigiani e operai ad indicare che dalle piccole e medie imprese può muoversi l'economia del Paese. Rimettere in moto le PMI, incentivando le assunzioni con politiche del lavoro mirate a sburocratizzare e velocizzare i contratti di lavoro, determinerà anche una maggiore produttività e un innalzamento del PIL.
Infatti, il PIL (Prodotto Interno Lordo), in sintesi, è il valore dei prodotti e servizi realizzati all'interno di uno Stato in un determinato periodo di tempo. E' ciò che risulta da un processo di scambio dato dalla vendita di prodotti e servizi, che possono essere realizzati per un autoconsumo e servizi resi a titolo gratuito. Nel calcolo del PIL si considera la produttività nell'area specifica geografica. Per semplificare: se un'azienda straniera produce un prodotto o un servizio in Italia, tale produttività entra nel PIL dell'Italia; viceversa, se è un'azienda italiana a fare la stessa cosa in terra straniera, il PIL è da calcolare in quell'area geografica, in quello Stato estero.
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