LA POLITICA CERCA LA TRASPARENZA MENTRE CREA SCENARI SEMPRE PIU' OPACHI
- Massimo Catalucci
- 36 minuti fa
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Tra dimissioni, trasferimenti da un partito ad un altro, nuove nomine, scambi di accuse, polemiche nelle sale istituzionali, nei social e sui media, nonché una comunicazione coerente e congruente assente, il caos regna sovrano...

articolo di Massimo Catalucci
ROMA - Domenica, 13 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) - Ottenere il giusto equilibrio tra il nostro modo di pensare e di agire, è il lavoro più estenuante e difficile da raggiungere per ognuno di noi, perché sempre più siamo frastornati dagli esempi in una società che esalta e misura il successo delle persone dal potere che le stesse detengono (economico, religioso, politico, scientifico, culturale, mediatico, ecc.), per cui ci spinge a perseguire quel "Modus cogitandi et agendi" (modo di pensare e di agire) che risponde ad un pensiero collettivo molto diffuso: "Così fan tutti, perché io devo essere diverso? Questo è il mondo, meglio adeguarsi se si vuole ottenere qualcosa."
Una società che guarda allo sviluppo umano e alla sua evoluzione in un contesto di equilibrio dei valori che la caratterizzano, invece, dovrebbe esaltare, realmente e concretamente, la coerenza, la congruenza, la morale e l'etica, che si fondano nel rispetto di noi stessi, dei nostri simili e di tutto il creato, nei contesti che viviamo quotidianamente.
E partendo da tale assunto, raggiungere tale equilibrio personale, diventa prerogativa essenziale per chi, a maggior ragione, intende intraprendere attività pubbliche o comunque di grande responsabilità nei confronti della collettività, come sono quelle del legislatore, dell'amministratore del bene pubblico, del politico, del giudice, del medico e di tante altre figure pubbliche e private, al fine di garantire, appunto, armonia ad un sistema sociale, economico, lavorativo, culturale, istruttivo, religioso e mediatico, nella nostra società.
E' un progetto personale e di conseguenza collettivo ambizioso questo, che implica in primis la predisposizione della persona alla rinuncia. Imparare a dire "no" non è facile, specialmente quando ci si presentano offerte a nostro vantaggio individuale in un contesto che, come abbiamo visto, non esalta i valori essenziali e fondamentali dell'essere umano, ma il suo status sociale all'interno dello scenario collettivo in cui lo stesso è calato.
E' evidente che tale "modus operandi" alimenti proprio quel sistema che crea alleanze, gruppi, nei quali entrano esclusivamente coloro che si adeguano a tali modi di pensare e di agire, lasciando fuori chi non si allinea. E questo modo molto diffuso, di pensare e agire di molti, quindi di aderire a tale "progetto", contamina tutte quelle aree che si occupano del bene pubblico, che dovrebbero essere gestite con grande senso di responsabilità, coscienza, conoscenze e competenze adeguate, ma soprattutto con il rispetto che si deve al fruitore di tali servizi: il cittadino.
Invece, sappiamo che, molti di questi posti vengono occupati da chi accetta di entrare in quell'imbuto che presenta un accesso molto ampio (aperto a tutti), ma un'uscita molto stretta, nella quale passano solo coloro che, come suddetto, si adeguano ad un sistema esistente già descritto. Ed è facile immaginare che non sempre queste persone hanno conoscenze e competenze adeguate per poter ricoprire tali ruoli e mansioni di grande responsabilità, ma hanno semplicemente assecondato il volere di chi detiene già un potere e lo esercita a suo piacimento, per creare nuovi schieramenti di "adepti" da poter usare.
La chiave del cambiamento che porta alla trasformazione della società
E la chiave del cambiamento che porta alla trasformazione della nostra società in una comunità più equilibrata, volta a creare i presupposti di un benessere globale ripartito all'intera popolazione, passa proprio attraverso la consapevolezza del valore del nostro rifiuto a non piegarci ad un sistema che vuole calpestare, spesso con il nostro consenso, la nostra dignità e identità umane.
Certo è che nel corso della nostra esistenza, non è facile per nessun comune mortale perseguire ed ottenere il giusto equilibrio tra il nostro modo di pensare, di comunicare e di agire, a maggior ragione oggi, dove la società è sempre più incentrata nello sviluppo dei "poteri" in ogni ambito, a cui in tanti, troppi, aspirano ed ambiscono ad arrivare per poter guardare poi, dall'alto tutti gli altri.
Concentrando questo pensiero nel mondo politico, al ruolo pubblico che questo rappresenta, in molti dimenticano che essere eletti, non costituisce l'affermazione di un potere personale, bensì costituisce l'affermazione e il riconoscimento pubblico di un servizio che deve essere reso alla cittadinanza, nell'ottica del potere stesso che è da ricondurre nel volere del popolo, in quanto sovrano, secondo quanto recita la nostra costituzione. Ma sembra che per molti, non sia così...tutt'altro!!! E' un potere che, una volta assegnato per "delega", viene esercitato da chi lo ha ottenuto, a discapito della base che li sostiene.
E evidentemente, stando a come vanno le cose nel nostro paese, ma forse nel mondo intero, molti dimenticano una volta eletti, che il ruolo è quello di servitore e non di padrone.
E questa corsa ad un successo personale, è evidente che accresce e sviluppa, in chi persegue tali ambizioni ad ogni costo, strategie di pensiero e di comportamento, che non guardano molto all'equilibrio individuale, inteso come rispetto per se stessi e per gli altri; la pratica concreta dell'umiltà, della condivisione, della compartecipazione, della coerenza e della congruenza tra ciò che si pensa, si dice e si fa; né, tanto meno, sviluppa un'attenzione consapevole verso quelli che sono i valori fondanti dell'umanità in termini di morale e di conseguenza, di una nostra etica che dovrebbe seguire la morale, divenendo espressione pratica della stessa nella nostra quotidianità, qualsiasi sia il ruolo e le mansioni che svolgiamo nel contesto sociale in cui viviamo.
Coerenza e congruenza
Questi due termini, apparentemente, sembrano uguali, ma presentano delle sfumature che li distinguono nella loro definizione. La coerenza riguarda il pensiero logico, ovvero, l'allineamento tra ciò che si pensa, si dice e si mette in pratica; la congruenza, avvolge la persona intera nel suo essere, riflettendo la sua integrità personale e riguarda la sfera di un pensiero più profondo degli umani, radicato nei meandri del suo inconscio ed è l'armonia tra l'esperienza interna (pensieri ed emozioni) e la manifestazione esterna del nostro essere (comportamento, comunicazione, relazione).
Morale ed etica
Così come per la coerenza e la congruenza, anche la morale e l'etica hanno delle chiare definizioni che le distinguono. La morale racchiude in sé i riferimenti ai valori, alle regole universali che attribuiamo alle nostre azioni; l'etica è la parte operativa dei nostri pensieri profondi, inconsci e razionali, che si esprime attraverso il nostro comportamento quotidiano.
Il caos
Ecco che il disallineamento tra la morale, l'etica, la coerenza e la congruenza, respingono lo sviluppo di un nostro equilibrio personale che invece, se perseguito a dovere, ci aprirebbe le porte all'ascolto e alla comprensione del prossimo e dei fatti che accadono nella nostra società, facendoci divenire consapevoli del nostro modo di pensare, di comunicare (sia verbalmente che non) e di relazionarci con i nostri simili nel contesto che viviamo. Questi, diventano fattori determinanti per creare una società trasparente e comunicativa, nella quale le informazioni partono da una fonte (fonti) e arrivano al ricevente (riceventi), in modo coerente, congruo e nel rispetto di una morale collettiva ed etica, sane.
E in questa nostra società, dove i media e i dispositivi di ultima generazione, per non parlare dell'intelligenza artificiale, assumono l'aspetto di grandi diffusori alle masse di ogni genere di informazione, spesso fuori controllo e fuorviante, tendente ad allontanarci e distrarci dal vero, portandoci fuori strada e facendoci commettere errori di valutazione, la ricerca di un nostro equilibrio individuale, in particolare quando abbiamo la responsabilità di ruoli e di mansioni pubbliche, diventa essenziale per trasmettere, altresì, il giusto equilibrio alla comunità.
Laddove manca equilibrio, il caos la farà sempre da padrone.
Così anche nelle piccole comunità, gli attori della politica locale faticano a veicolare le informazioni alla cittadinanza con puntualità, semplicità, trasparenza, schiettezza, coerenza e congruenza, per cui la comunicazione stessa tra l'amministrazione pubblica e la collettività, assume più le caratteristiche di un muro di divisione sociale e politico, piuttosto che quelle di un ponte di congiunzione su cui costruire il futuro trasparente e prospero di una città.
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