top of page

L'INCENERITORE DI SANTA PALOMBA SMALTIRA' SEICENTOMILA TONNELLATE DI RIFIUTI ALL'ANNO

  • Immagine del redattore: Massimo Catalucci
    Massimo Catalucci
  • 17 ore fa
  • Tempo di lettura: 6 min

La Giunta Gualtieri tira dritto nella realizzazione del nuovo impianto di smaltimento rifiuti nonostante il grido di allarme ambientale di chi vive nella zona che lo ospiterà


  • articolo di Massimo Catalucci


ARDEA - Giovedì, 10 luglio 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) - Era il 13 ottobre del 2023, quando una delegazione composta dai cittadini residenti nella zona di Santa Palomba, dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti della Capitale, e dai comitati anti-inceneritore, accompagnati dai consiglieri comunali dei comuni limitrofi, si recò alle Regione Lazio per denunciare lo stato di degrado ambientale che vive da anni il territorio nella provincia sud di Roma.


Purtroppo, ad oggi le voci dei cittadini e dei comitati a salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica, si sono perse nel vento. Ma la loro opera di protesta e di manifestazione dei propri diritti di salute, continua, come è giusto che sia in un paese civile, impavida, al fine di vedere riconosciuti i suddetti diritti umani.


Il degrado ambientale che persiste nell'area di Santa Palomba, Montagnano e zone limitrofe, rischia di compromettere la salute dei cittadini (sempre che non abbia già avuto un esito negativo sugli stessi...speriamo di no!!!) ed è dato da diversi fattori: dall'inefficiente controllo del territorio da parte delle autorità ambientali competenti; dall'inciviltà delle persone, ma soprattutto dalla esistente, seppur attualmente inattiva perché già stracolma e non può sopportare altri rifiuti, discarica di Roncigliano. Di tutto ciò, a farne le spese maggiori, in termini di qualità dell'ambiente, sono gli abitanti dei nuclei abitativi nella località di Montagnano (Ardea) e zone adiacenti, per le possibili contaminazioni nell'aria e nel terreno attraverso infiltrazioni di sostanze nocive provenienti dalla vicina discarica sopra citata.


Ed ora, la realizzazione della nuova opera messa in cantiere da Roma Capitale, che vedrà la nascita di un termovalorizzatore che dovrebbe smaltire circa 600.000 tonnellate di rifiuti all'anno, preoccupa non poco i cittadini che, oltre alla qualità dell'ambiente che non gli viene garantita con questa tecnologia di smaltimento rifiuti, vedono anche svalutarsi i propri immobili perché è evidente che anche volendo cambiare "aria" per andare a vivere da qualche altra parte, il prezzo di vendita delle loro case, scenderebbe di molto.


Chi comprerebbe oggi una casa in un quadrante di territorio dove coesistono una vecchia discarica (Roncigliano); rifiuti abbandonati da incivili nei bordi stradali e nella campagna anche vicino a corsi d'acqua; e nuovo impianto di termovalorizzazione pronto ad entrare in uso qualora, come si sta prospettando, venisse realizzato?


Sarebbe interessante rivolgere questa domanda al Sindaco di Roma, Gualtieri.


L’obiettivo delle manifestazioni, da parte dei rappresentati dei territori oggetto del degrado ambientale galoppante dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto di smaltimento rifiuti, era ed è tutt'oggi quello di evidenziare al Comune di Roma la contrarietà dei residenti alla realizzazione del termovalorizzatore, perché non offre garanzie di innocuità nel confronti dell'ambiente e della salute pubblica.


Alla luce di ciò, è evidente, altresì, che le possibili ricadute negative sulla salute dei cittadini con la realizzazione del termovalorizzatore, impongano alle istituzioni preposte, lo studio e la ricerca di alternative non impattanti sull'ambiente e sulla salute delle persone, in ragione dello smaltimento dei rifiuti.


L'anno scorso delle associazioni si rivolsero ai sindaci dei castelli romani e del litorale - Il 14 luglio prossimo a Marino nuova manifestazione pubblica


L'estate scorsa, 22 Associazioni della Rete Tutela Roma Sud, preoccupate di una situazione sempre più critica e che non tende a sbloccarsi nel trovare alternative al progetto del termovalorizzatore di Santa Palomba, scrissero ai Sindaci di Ardea, Pomezia, Marino, Albano Laziale, Castel Gandolfo, Genzano e Ariccia, affinché intervenissero a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.  Questo il comunicato delle associazioni pubblicato sulla loro pagina Facebook dedicata - Rete Tutela Roma Sud (clicca qui per leggere).


E le manifestazioni vanno avanti compatte, come quella che si terrà lunedì prossimo, 14 luglio, nel Comune di Marino, con inizio alle ore 18.00, in Piazza Sciotti nella località di Santa Maria delle Mole (leggi qui). In questa occasione verrà presentata l’istanza di istituzione di “area ad elevato rischio di crisi ambientale”, ai sensi dell’art. 2, comma 1 della Legge Regionale Lazio 13/2019 presentata dal Comune di Pomezia in aggiunta a quella del Comune di Albano Laziale relativa al comma 2 della stessa Legge già licenziata dal Consiglio comunale.


Chiamare un impianto di smaltimento rifiuti con un altro nome, non risolve i problemi di inquinamento ambientale e non mette al sicuro la salute dei cittadini


Dagli studi e dalle ricerche emersi nel campo dello smaltimento dei rifiuti a tutela dell'ambiente, si è arrivati alla conclusione che un termovalorizzatore è un inceneritore che può ridurre, ma non eliminare scorie inquinanti che si riversano nell'ambiente. I termovalorizzatori, quindi, ridimensionano le emissioni nocive rispetto ai vecchi inceneritori, ma non le eliminano del tutto.


L'alternativa ecologica c'è, perché non prenderla in considerazione?


La giornalista scientifica Margherita Bologna, ricercatrice ed esperta di nuove tecnologie per gestire i rifiuti ed autrice del progetto “Riciclo Totale”, attraverso una sua pubblicazione del 25 maggio del 2022, apparsa sull'editoriale "ambienteeambienti.com" ci spiega come sia possibile sviluppare un impianto ad impatto zero con l'ambiente.


"Realizzare una gestione dei rifiuti senza produrre emissioni nocive per l’ambiente nella chiusura del ciclo - afferma Margherita Bologna - è un obiettivo inseguito ma non soddisfatto dalle tecnologie maggiormente diffuse oggi. Ma la sfida che vede impegnato il nostro tempo - continua la giornalista scientifica - è proprio quella di contribuire anche in questo settore al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e di fare investimenti che non danneggino l’aria, l’acqua, il suolo, cioè l’ambiente in cui viviamo. Eppure tecnologie più avanzate di trattamento delle diverse tipologie di rifiuti non riciclabili, che non inviano in atmosfera nessun tipo di emissioni e non rilasciano effluenti dannosi che inquinano i corsi d’acqua o la superficie dei terreni, ci sono".


"L’idea di base - prosegue Margherita Bologna - su cui poggiano le diverse soluzioni impiantistiche, dalle più semplici alle più complesse, è quella di assemblare diverse tecnologie industriali già esistenti al fine di realizzare una gestione dei rifiuti che offra soluzioni efficienti, ecosostenibili ed idonee a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica. Quindi l’impianto o, per meglio dire, la piattaforma, unisce tecnologie innovative e tradizionali che lavorano in sinergia allo scopo di realizzare una gestione circolare dei rifiuti e dei materiali da trattare".


"La tecnologia è selezionata in relazione ai materiali in ingresso - ha continuato la giornalista - Se la piattaforma è alimentata con prodotti come la FORSU, le deiezioni animali o le biomasse, la tecnologia usata è un processo a flusso plasmatico, mentre nel caso di alimentazione con rifiuti pericolosi e sanitari infetti viene utilizzata l’ElettroDissociazione molecolare al plasma termico. L’impiego dell’uno o dell’altro processo, o di entrambi, dipende dalla natura e composizione dei rifiuti da trattare e dagli obiettivi che ogni progetto intende raggiungere. Una delle grandi opportunità data da queste piattaforme - ha puntualizzato Margherita Bologna - è la possibilità di gestire insieme agli altri materiali anche i fanghi di depurazione. Dalla piattaforma non escono emissioni, né rifiuti liquidi, né solidi, mentre lo scarto è unicamente un materiale basaltico utilizzabile per opere stradali o arredo urbano".


Questa potrebbe essere un'alternativa al termovalorizzatore, ma con le nuove tecnologie e la scienza che fa passi da gigante, crediamo che potrebbero essercene altre che non vanno ad impattare negativamente con l'ambiente, per cui la domanda è...perché puntare testardamente su impianti che mettono a rischio la nostra salute?


---------------------------------------------------------


Altri articoli e video che trattano lo stesso argomento...





Articoli



Video


  • MANIFESTAZIONE "NO DISCARICA RONCIGLIANO" - 10/07/2021 - Intervista al Sindaco di Albano Massimliano Borelli (clicca sull'immagine per vedere il video)

  • MANIFESTAZIONE "NO DISCARICA RONCIGLIANO" - 10/07/2021 - Intervista al Sindaco di Ardea Mario Savarese (clicca sull'immagine per vedere il video)

  • MANIFESTAZIONE "NO DISCARICA RONCIGLIANO" - 10/07/2021 - Intervento_Amadio Malizia Ass_Salute Ambiente Albano (clicca sull'immagine per vedere il video)

Comments


bottom of page