DEPRESSIONE - IL MALE SILENTE CHE ISOLA LA PERSONA DAL MONDO
- Massimo Catalucci
- 8 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Perdita di interesse per la maggior parte delle attività che riguardano il soggetto, svogliatezza, disturbi del sonno, tristezza, sensi di colpa...

articolo di Massimo Catalucci
Ardea, martedì 8 aprile 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) - Quante volte ci sarà capitato di sentir dire da qualcuno, "sono depresso"? Forse, molte volte, ma in realtà quasi sempre non si trattava dell'esternazione di uno stato piscofisico ed emotivo, legato alla depressione, intesa come psicopatologia. Bensì, era solo la manifestazione di qualcosa che non stava andando bene in un determinato momento della nostra vita, per cui ci sentivamo tristi, abbattuti, demoralizzati, stati, questi, che nulla hanno a che vedere con la vera depressione.
Lo sa bene chi questa reale condizione l'ha vissuta direttamente e chi l'ha vissuta indirettamente, perché ne ha visto gli effetti devastanti stando accanto, quotidianamente, alla persona depressa.
La depressione, quella vera, è il male oscuro e silente che rapisce l'essere umano e lo getta in una condizione di passività, dove ogni interesse nei confronti della vita e della sua esistenza non hanno più nessuno scopo, non provocano più, nessuno stimolo positivo...solo sofferenza.
Secondo delle ricerche fatte in questo campo, sembrerebbe che questa patologia sia generata da un'insufficiente attività dei sistemi di neurotrasmettitori e di conseguenza, una diversa funzionalità di specifiche aree cerebrali preposte al controllo e alla gestione dei bisogni primari, come mangiare, dormire, muoversi, avere un'attività sessuale, ed altri secondari legati all'umore, ossia, a quella predisposizione emotiva della persona in ragione di condizioni d'animo costanti (essere di carattere nervoso, passivo, aggressivo, ilare, ecc.) che transitori, (sentirsi di buonumore, di pessimo umore, ecc.).
Quindi, la persona realmente depressa, pian piano si isola, tende ad uscire dal contesto sociale che abitualmente viveva, perché non sente più stimoli positivi nella sua esistenza.
La storia ci insegna che questa patologia non colpisce solo persone che vivono stati specifici di precarietà esistenziale, dovuta a fattori legati alla materialità, all'avere o non avere, piuttosto, a quelli spirituali (intesi come parte non materiale dell'essere umano), a quelli relazionali-affettivi, alla soddisfazione di quei bisogni emotivi che completano e danno equilibrio al nostro sistema globale di esseri umani come un insieme imprescindibile di materia e spirito.
In effetti, per esaltare il concetto appena espresso, se ad esempio facciamo una ricerca tra i noti personaggi pubblici (artisti, politici, scrittori, sportivi, ecc.) che hanno avuto un'esperienza con la depressione, ci accorgeremo che, la comparsa della patologia in un determinato momento della loro vita, non era di certo legata al loro status economico finanziario, all'avere una vita agiata ed il consenso della gente, ma la loro depressione, molto probabilmente, era legata ad aspetti psicologici ed emotivi profondi che hanno trasformato la loro visione del mondo, distorcendola, per cui non esiste più nulla in cui ella possa trovare interesse per dare un senso alla propria vita.
In sintesi, la depressione, è una condizione psico-fisica ed emotiva della persona che non va trascurata e da cui si può uscire, ma che ha bisogno di un sostegno professionale specialistico, così come al contempo ha bisogno del sostegno di chi vive intimamente con questa persona, che sia il partner, un genitore/figlio o chiunque altro le sia vicino e per cui ha una valenza relazionale-affettiva.
Al di là del trattamento terapeutico che verrà somministrato dal professionista (psicoterapeuta, psichiatra), è molto importante il comportamento che, la/le persone vicine emotivamente alla persona depressa, attueranno nei suoi confronti, per cui sarà importante evitare alcune condizioni che potrebbero farla chiudere ancora di più, come ad esempio: stimolarla continuamente e con insistenza a reagire; a parlare delle sua condizione depressa; chiedere conferme rispetto al proprio rapporto di coppia (laddove la persona ha una relazione di questo tipo); insistere nel farle fare cose che non vuole fare; accusarla di essere troppo debole emotivamente; e molte altre situazioni simili che appesantiscono ulteriormente lo stato depressivo in cui vige la persona che ne è colpita.
Il "contorno affettivo", ossia, le persone più vicine che ruotano intorno alla persona depressa, possono svolgere un importante e fondamentale ruolo, nella "risalita" da tale condizione in cui versa il loro caro. Ma questo ruolo, implica pazienza, costanza e continuità, è come camminare camminare in punta di piedi, senza fare rumore, ma facendogli sentire sempre la nostra presenza e disponibilità incondizionata, scevri da qualsiasi pregiudizio e giudizio, nel rispetto dei suoi tempi di recupero della sua integrità fisica, psicologica ed emotiva.
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