Frenare le partenze dagli altri continenti, significa evitare che molti esseri umani periscano nelle traversate
- articolo di Massimo Catalucci
Ardea, 1 marzo 2023 - Ieri sera è andato in onda, nella trasmissione televisiva "fuori dal coro", condotta dal giornalista Mario Giordano, un video-reportage sulle immigrazioni clandestine, dove è emerso ancora una volta che le vite umane per i "trafficanti di persone", valgono solo per i loro "putridi" interessi.
E in queste vicende tragiche di tentativi di immigrazione finiti nel modo peggiore, accade che gli "sciacalli mediatici" trovino negli episodi documentati, il pretesto per strumentalizzarli a fini politici per addossare colpe al nuovo Governo Meloni che è in carica da pochi mesi.
E' il caso di Luca Casarini (ONG), che si lascia andare a delle insinuazioni, a delle accuse, alquanto pesanti, oltre che indecenti: "Meloni corresponsabile, sara soddisfatta". Accuse sfacciate se si pensa che arrivano da chi è sotto inchiesta perché imputato di aver preso dei soldi per portare migranti in Italia.
A parte la posizione di Casarini che non gli permette, certamente, di fare morali, né tanto meno di puntare il dito verso nessuno, il modo di fare da lui assunto, è quello di chi vuole alimentare odio in un clima già abbastanza caldo di per sé e non certamente, quello di ragionare su cosa sia possibile realmente fare, dati alla mano, per frenare questo disastro.
Cercare il capo espiatorio nell'attuale Governo Italiano di una situazione internazionale drammatica data dall'immigrazione clandestina, dove volendo ricercare le responsabilità dovremmo guardare di più al "palazzo" dell'E.U., vuol dire spostare l'attenzione sul piano politico di partito e non su quello reale delle politiche migratorie e delle esigenze di chi cerca la libertà quale suo diritto.
E tornando al focus dell'articolo, è ormai cosa risaputa che ci sono persone che cercano di raggiungere con ogni mezzo terre più civilizzate dove poter sperare di essere accolte e accettate; dove potersi costruire un futuro e dove vedersi riconosciuti i diritti umani; dove non ci sono imposizioni di regime che le privino delle loro libertà.
Libertà che cercano in tanti, fuggendo da terre devastate da guerre civili, da quelle religiose e da regimi, dove le popolazioni sono sottomesse e obbligate ad osservare regole disumane. La ricerca di una libertà che affrontano attraverso tragitti incerti, via mare e via terra, che hanno costi altissimi per un "biglietto di viaggio" su mezzi con ruote o natanti fatiscenti, che i mercenari di "anime" vendono a caro prezzo. Un prezzo spesso non rappresentato solo dal "vil denaro" ma per molti di loro, troppi, rappresentato dalla vita che perdono durante le loro traversate da un continente all'altro. E' triste e fa rabbia, assistere a tutto questo, dove ci sono persone pronte a pagare un alto prezzo per ottenere la libertà, quello di mettere a rischio la propria vita per sperare di raggiungere ciò che di diritto spetta ad ogni essere umano.
E' evidente che il modo per impedire di continuare ad assistere a scenari raccapriccianti come l'ultimo accaduto nei giorni scorsi sulle coste italiane in provincia di Crotone, può essere solo quello di arrestare le partenze dalle coste che si trovano al di là del mediterraneo e creare, al contempo, corridoi umanitari protetti dove far fluire il passaggio dei migranti con un controllo "ad personam" delle loro identità, cercando di evitare l'espatrio a criminali che rappresenterebbero un problema per i paesi europei dove vogliono dirigersi.
I migranti, devono rappresentare una ricchezza per l'Europa ma se tra loro ci sono "soggetti" che intendono "esportare" e/o dare vita a nuove frange criminali, questi devono essere bloccati e rimpatriati.
E' logico pensare che la realizzazione di un progetto simile, richieda la partecipazione di tutti gli Stati europei. L'immigrazione clandestina non può e non deve essere un fenomeno sociale e politico dove l'Italia resta isolata dal resto dell'Europa, solo perché la sua conformazione geografica si estende nel mar mediterraneo più di ogni altra e, di conseguenza, terra più facile da raggiungere.
Ma intanto, ad incrementare la dose delle accuse al Governo Meloni, nel "club degli sciacalli" di turno, non si sono fatte attendere quelle di una "becera" neo-eletta alla guida del PD, Elly Schlein, che non ha perso occasione per far capire quale sarà la sua linea politica di opposizione: "La strage pesa sulla coscienza di chi solo qualche settimana fa, ha voluto approvare un decreto che ha la sola finalità di ostacolare i salvataggi in mare." Un'uscita alquanto infelice oltre che vuota di un costrutto politico sostanziale, se si pensa che l'accusa rivolta al Governo riguarda il nuovo decreto sulle ONG che pone delle "regole" alle navi di quest'ultime e di cui la Schlein dovrebbe essere felice...ma lei è attenta ad altro.
Inoltre, l'ipotetico mancato soccorso in mare, da quanto emerso fin'ora (lo dice procuratore di Crotone), è tardato per la difficoltà per i soccorritori di intervenire perché il mare, al momento del naufragio, era molto mosso. Motivo quest'ultimo che, forse, insieme allo stato fatiscente del natante che ospitava i migranti clandestini, ne hanno determinato la sciagura.
In aggiunta, c'è da dire che le accuse rivolte al Governo Meloni, non colpiscono solo il suo esecutivo ma infangano il lavoro svolto in mare da parte degli uomini e delle donne della Guardia Costiera e della Finanza, che solo nel 2022, attraverso 453 interventi, hanno salvato 27.457 vite.
In sintesi, in tutto questo contesto, c'è chi considera che si debba continuare a lasciare che le ONG possano muoversi senza regole in mare aperto; che gli altri Stati al di là del mediterraneo non debbano contribuire a precludere dalle loro coste l'imbarco dei clandestini e c'è chi, invece, sta cercando di attuare misure a livello nazionale ed internazionale condivise, per arginare il problema alla fonte, precludendo le partenze dei clandestini dalle loro terre e per mettere una volta per tutte la parola fine a questo scempio nel mediterraneo che sta sempre più divenendo la "fossa comune" più estesa di tutti i tempi in una "guerra" politica, quella sull'immigrazione, di cui tutti devono farsi carico e sentirsi parte in causa.
In conclusione, quello di fermare le partenze, appare come il più accreditato modo per porre fine alle morti in mare. Infatti, dati statistici ci dicono che, nel 2016 gli sbarchi sulle coste italiane sono stati circa 200.000 e i morti 3.800; mentre nel 2022, gli sbarchi sono stati circa 100.000 e i morti 1.800.
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