ROMA - CONVEGNO MK-ULTRA ITALIA - LA REALTA' CHE VIVIAMO E CHE NON VEDIAMO
- Massimo Catalucci
- 31 mar
- Tempo di lettura: 4 min

Il controllo mentale e comportamentale delle persone è una pratica più estesa di quello che possiamo immaginare

articolo di Massimo Catalucci
Roma, lunedì 31 marzo 2025, (NEWS & COMMUNITY - Look at the World - www.massimocatalucci.it) - Siamo tutti dei potenziali "target", così vengono definiti gli individui su cui vengono sperimentate, a loro insaputa, tecnologie di manipolazione psico-emotiva e comportamentale, attraverso l'uso di tecnologie avanzate in campo elettrico, magnetico, termico, elettronico, chimico e dialogico: quest'ultime tecniche di comunicazione diffuse attraverso i mass media (cartacei e digitali) e tutti i dispositivi digitali (tablet, pc, cellulari, TV).
Dal convegno che si è tenuto sabato scorso a Roma, a cui hanno partecipato voci autorevoli in questo campo quali, Giorgio Di Salvo, Pier Paolo Zaccai, Emiliano Babilonia, è emerso che esiste un "mondo parallelo" a quello che viviamo, che in modo occulto lavora per sviluppare sempre più "armi" per il controllo mentale e comportamentale delle persone.
L'intento perseguito dai relatori che si sono susseguiti al convegno, è quello di porre l'attenzione dei partecipanti su ciò che è invisibile nella nostra società e che minaccia le nostre esistenze. Motivo per cui, avere le corrette informazioni in merito, può metterci nella condizione di conoscere, in primo luogo, ciò di cui la maggior parte di noi è allo scuro; e in secondo luogo, comprendere come ci si può difendere da eventuali attacchi invisibili, di cui chiunque, ne potrebbe subire, inconsapevolmente, le negative conseguenze.
Per questi esperimenti manipolatori, il target viene scelto in modo casuale per testarli, ma queste stesse sperimentazioni, insieme a ciò che è già collaudato, in ragione di strumenti manipolatori, viene adottato da organizzazioni piccole o grandi che siano, per eliminare target, laddove considerati scomodi, o sollecitare gli stessi, verso scelte singole e/o collettive (masse), in una direzione predeterminata, che scaturisce risultati specifici studiati a tavolino e per fini non certamente a vantaggio della libertà di scelta delle persone.
Insomma, attraverso la narrazione dei relatori presenti al convegno, comprovata da documentazione che gli stessi hanno reso disponibile ai partecipanti presenti sabato in sala, si è capito che, ciò che vediamo spesso nei film non è fantascienza, ma scienza, ossia, è quella conoscenza a cui alcune persone attingono per usarla a proprio piacimento ed ottenere, negli esseri umani, effetti conseguenziali ai loro scopi predeterminati.
La prerogativa, però, affinché la programmazione della manipolazione delle persone abbia effetto, è quella per cui alle stesse venga fatta, inizialmente, "tabula rasa" all'interno del loro cervello, in ragione di tutto quanto fino a quel momento le stesse avevano registrato nel loro corso di vita, fin dalla nascita, riguardo credenze, stili comportamentali, sentimenti, emozioni, relazioni, studi, e quant'altro costituisca il patrimonio informativo conscio e inconscio della realtà che ha vissuto la persona fino al momento della sua iniziazione nel programma di manipolazione.

"Se si vuole ottenere un risultato con gli strumenti di manipolazione della mente e dei comportamenti umani - afferma Giorgio Di Salvo - si deve fare in modo che tutte le sue convinzioni e certezze, crollino come un castello di carta e solo dopo si può ricostruire, nel soggetto target, un nuovo mondo al suo interno: nuove convinzioni e certezze cui lo stesso si adatterà credendole come sue scelte personali, senza pensare, assolutamente, ad una manipolazione. Ed è, esattamente, quello che fanno le sette". - prosegue Di Salvo che poi, aggiunge - "Per fare tabula rasa nella mente della persona target, vengono utilizzate diverse strategie e tecniche di distrazione e destrutturazione del pensiero, agendo anche sulle sue relazioni più intime fino a quelle del suo spettro sociale più allargato. Gli stessi strumenti vengono utilizzati per ricostruire un pensiero secondo chiari e specifici obiettivi che si vogliono raggiungere con la persona manipolata".
"In qualità di ricercatore, insieme ad altri colleghi - ha concluso Giorgio Di Salvo - abbiamo osservato come le sette, ad esempio, prima di fare entrare nel loro gruppo un qualsiasi potenziale adepto, valutano il suo grado (potenzialità, soglia, predisposizione) di manipolazione, perché una volta entrato e trattato non ne esca più e sia pronto a difendere a spada tratta, anche con la morte, i principi che la setta stessa persegue".
A chiosa di questo breve articolo possiamo affermare che, un nostro possibile stato generale sociale precario sotto ogni aspetto che viviamo (economico, affettivo, religioso, lavorativo, ecc.), può esporci più facilmente ad eventuali attacchi dei manipolatori, perché risulteremmo, soggetto debole emotivamente e facilmente condizionabile. Certamente, questa non è la regola, poiché gli strumenti di cui dispongono coloro che si adoperano alle pratiche manipolatorie, sono molto potenti, ma essere centrati e soprattutto, essere informati su tutto ciò, ci pone nella condizione, quanto meno, di combattere per difenderci e di questo, ne sanno qualcosa i relatori che sabato 29 marzo si sono susseguiti al convegno.
Il tema che abbiamo qui trattato è evidente che avrebbe bisogno di una discussione più ampia per comprendere ancora di più quel mondo parallelo che viviamo, ma che non siamo consapevoli di vivere, per cui consigliamo al lettore che avesse voglia di fare approfondimenti in merito a quanto qui sinteticamente riportato, di seguire le pagine social dei relatori che hanno esposto i loro argomenti nel convegno di Roma di ieri (nel web sono reperibili i loro riferimenti): Giorgio Di Salvo, Pier Paolo Zaccai, Emiliano Babilonia.
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