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  • Immagine del redattoreMassimo Catalucci

LA SINISTRA E LA SUA PROPAGANDA POLITICA SULLE MORTI DI "CUTRO"

Da Ghera e Rampelli, FdI, una voce unanime: "La sinistra punta il dito sul Governo Meloni per i fatti di Cutro e dimentica le decine di migliaia di migranti morti in mare quando era al governo"



- articolo di Massimo Catalucci


Roma, 15 marzo 2023 - Il problema immigrazione è sempre più un argomento che occupa molto spazio nelle pagine dei giornali e nei talk show politici, per il batti e ribatti tra le accuse da parte dei partiti di opposizione al Governo Meloni, che definiscono "inadeguato", nello specifico, a seguito dei fatti di Cutro e le risposte che lo stesso esecutivo rimanda indietro al mittente, da cui non accetta moralismi o suggerimenti su cosa si dovrebbe o si sarebbe dovuto fare, da parte di chi ha fallito nel recente passato.


In questo scontro dialogico tra opposizione e maggioranza, da parte loro, gli esponenti dell'attuale Governo, presenti ieri sera nella trasmissione televisiva "Di Martedì" condotta dal giornalista Giovanni Floris, in onda su "LA7", in risposta alle accuse di Appendino, Fornero, Bonaccini, hanno voluto precisare come sia in atto da parte della sinistra e dei partiti che la appoggiano, una propaganda politica sulle morti di Cutro per tentare di offuscare i fallimenti che, quegli stessi partiti quando erano al Governo nell'ultimo decennio, hanno inanellato anno dopo anno, in ragione della gestione dei flussi migratori, dimenticando, altresì, le conseguenti decine di migliaia di morti in mare che abbiamo dovuto registrare.


"L'unico modo del PD per affrontare il problema migrazione, è quello dello 'ius soli', dove si da', indiscriminatamente, la cittadinanza a tutti gli immigrati - ha puntualizzato Mulè (FI) rispondendo alle accuse di "inadeguatezza" mosse dalla Appendino (M5S) al Governo Meloni riguardo i fatti di Cutro - Il dramma dell'immigrazione deve essere visto nella logica Europea e il nostro Governo sta facendo esattamente questo: umanità, accoglienza delle persone, fermezza." Nello specifico, Mulè si è soffermato su quella che è la direzione politica intrapresa dal Governo Meloni, ovvero, il riconoscimento da parte di tutti gli Stati, della configurazione di reato di chi si fa carico, clandestinamente, di trasportare le persone da uno Paese ad un altro, sapendo che ne può causare la morte.


"E' giusto che il PD gli altri partiti di opposizione muovano delle critiche al Governo - afferma Ghera (FdI), evidenziando uno degli aspetti basilari previsti in democrazia - ma è singolare che si sia alzata tanta attenzione dal punto di vista giornalistico e degli organi di stampa in qualche modo vicini al centro sinistra, i quali dimenticano tutto quello che è successo negli anni scorsi e le sciagure che ci sono sempre state".


"Se qualcuno continua a pensare - prosegue Ghera - che gli esponenti del Governo hanno teorizzato di non fornire soccorso per quello che è accaduto (si veda il dramma di Cutro - NDR), io penso che c'è solo da vergognarsi, perché, nessun altro esponente politico - ha puntualizzato Ghera - ha mai pensato di teorizzare che le sciagure che ci sono state anche in passato, quando ha governato la sinistra e per cui le morti sono molte, fossero dovute ai mancati i soccorsi".


Nel corso della trasmissione televisiva, nel faccia a faccia tra il neo-presidente del PD, Stefano Bonaccini e il Vice Presidente della Camera dei Deputati, Fabio Rampelli (FdI), sempre sulla tematica del tragico evento di Cutro, il leader del Partito Democratico, incrementava la dose di accuse al Governo di centro destra, cercando di strumentalizzare l'ipotetica mancata presenza da parte del Premier Meloni sul luogo dove erano state esposte le bare con i morti del naufragio.

"Com'è che il vostro Governo non è andato a Cutro? - domanda Bonaccini a Rampelli - Com'è che non siete andati a mettere un fiore su quelle bare bianche con quei peluche di quei bambini? Ma com'è possibile che nemmeno quell'umanità avete avuto?".


"Io penso che Giorgia Meloni - risponde Rampelli a Bonaccini - e questo non si può liquidare con una battuta, abbia scelto di fare a Cutro, intanto, un atto simbolico, dicendo le istituzioni ci sono e, secondariamente, di avere un atteggiamento sobrio e di deporre una corona nel Municipio, sotto la targa che celebrava gli episodi tragici che conosciamo, invece di andare a fare vetrina dentro l'hangar dove, comunque, era stato il Presidente della Repubblica, che rappresenta tutti, Giorgia Meloni e il Governo compresi. Perché se ci fosse andata - conclude Rampelli - di questo sarebbe stata accusata: di strumentalizzazione. Io penso abbia fatto bene a mantenere un atteggiamento sobrio e a raccogliersi in preghiera davanti la corona deposta in Municipio."


Poi, le accuse al Governo Meloni, da parte degli esponenti del centro sinistra presenti in studio, chiuso il tema immigrazione, si sono spostate sullo "spauracchio" del ritorno del fascismo, prendendo spunto da un'infelice, alquanto personalissima uscita, di colui che ormai è l'ex Presidente della 3-I SpA (società partecipata INPS, INAIL, ISTAT) dove, in una sua lettera indirizzata al consiglio di amministrazione della società che dirigeva, aveva usato la citazione, parola per parola, della rivendicazione dell’omicidio Matteotti di Benito Mussolini.


Anche in questo caso, le accuse infondate al Governo Meloni, di ipotetiche frange al suo interno, filo-fasciste, sono state smontate, prima, da Fabrizio Ghera e poi da Fabio Rampelli, che hanno evidenziato, qualora ce ne fosse ancora bisogno (ma evidentemente si, visto che l'ostinazione e la schizofrenia politica della paura del ritorno del fascismo investe, quotidianamente, la sinistra e i partiti che la appoggiano) che nel partito di Fratelli d'Italia, sono decenni che soggetti che presentano sentimentalismi con il passato, vengono, regolarmente, allontanati.


"Se ci sono dei personaggi nella destra italiana - dichiara Rampelli - che hanno delle nostalgie rispetto al ventennio, noi le abbiamo sempre tirate fuori da Fratelli d'Italia. Ma non da quando esiste Fratelli d'Italia ma da prima che esistesse Fratelli d'Italia. Quindi - conclude Rampelli - è molto più credibile quello che sto dicendo, perché si proietta indietro nel tempo, di almeno 25 anni."






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