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L'UE PROMUOVE IL KIT DI SOPRAVVIVENZA IN PREVISIONE DI UNA GUERRA

  • Immagine del redattore: Massimo Catalucci
    Massimo Catalucci
  • 28 mar
  • Tempo di lettura: 4 min

Quando la paura diventa strumento per la manipolazione delle menti delle masse - 2020 emergenza pandemia da Covid-19: vaccinati - 2025 emergenza possibile conflitto: procurati il kit di sopravvivenza


  • articolo di Massimo Catalucci



Roma, 28 marzo 2025 - (NEWS & COMMUNITY - Look at the World) - Chomsky, nella sua descrizione di un decalogo di regole che vengono utilizzate da chi si prefigge di manipolare le menti delle masse per condurle ad obiettivi specifici predeterminati, ci ha dato un saggio di come ciò sia possibile.


La comunicazione che ci viene veicolata attraverso i mezzi di cui disponiamo nella nostra società, quali i dispositivi di ultima generazione: pc, tablet, cellulari; piattaforme multimediali: social media; siti web; e tradizionali dispositivi, quali: TV; Radio; Quotidiani e periodici cartacei ed altri digitali; tutti utilizzati per trasferire le informazioni da una fonte ad un ricevente, in questo caso dalla "Istituzione Europea" alla popolazione che rappresenta, contribuiscono ad avere un effetto incisivo e decisionale sulla nostra psiche ed emotività spingendoci, come degli automi, a scegliere come orientarci sulla base emotiva del bombardamento delle informazioni stesse che riceviamo.


E' ancora fresco in tutti noi il ricordo dell'emergenza sanitaria dichiarata dall'OMS in data 11 marzo 2020, a cui il nostro Governo si adeguò gestendola in modo insensato con degli ordinamenti pubblici che di fatto, ci relegarono tutti agli "arresti domiciliari", con la motivazione di voler scongiurare l'ipotetica diffusione a macchia d'olio, a detta dello stesso Governo, del virus denominato Covid-19. Gestione che oggi si sta rivelando sempre più una "farsa" e che trova nella stessa, la responsabilità di molti morti.


Sono trascorsi 5 anni da quelle prime decisioni governative, fondate sulla "paura" e il crescente stato di "panico" in cui era stata calata l'intera popolazione nazionale e non solo. Tutti abbiamo negli occhi, in modo indelebile, quelle immagini forti emotivamente, dei camion militari che sfilavano per le strade di una città italiana, in colonna e avvolti da un silenzio assordante, che si diceva trasportassero i corpi sigillati (per evitare ulteriori contagi ad altri individui) di persone decedute a seguito delle complicazioni create dal Covid-19.


Ma a distanza di 5 anni sappiamo anche quanto sta emergendo, con molta insistenza e soprattutto con il supporto scientifico e medico di chi già un lustro fa, ci metteva in guardia rispetto l'insensata e inappropriata gestione del Covid-19. E quello cui siamo stati sottoposti dai nostri Governi, fa pensare ad un possibile "indottrinamento" delle nostre menti, che ha prodotto effetti diversi da quelli che la "narrazione" di una cura preventiva effettuata tramite vaccino, diceva di voler raggiungere.


Ed oggi eccoci qui a commentare una nuova emergenza sociale presentata dalla Commissione Europea, quella che lascia intravedere una possibile guerra tra la Russia e la nostra Europa.


Certo, non si può negare che un conflitto sia possibile, anzi, diciamo che forse ci siamo passati molto vicino, ultimamente, ma la gestione di tale condizione anziché essere proiettata alla ricerca della pace, sembra architettata più per aumentare la paura nelle persone e per deviare l'opinione pubblica verso le decisioni cui la Commissione Europea si sta indirizzando: riarmo e costituzione di un esercito europeo; manovre che a suo dire sarebbero necessarie come fattori deterrenti nei confronti del nemico (Russia), come a dire: "attenzione se ci attacchi siamo pronti a rispondere al fuoco".

Cosa assurda se si pensa con chi avremmo a che fare in caso di guerra.


Sono di questi giorni le notizie provenienti dalla Commissione Europea che circolano nel web, riguardo le indicazioni su come sopravvivere ad un possibile attacco bellico. Direttamente dalle voci del vicepresidente Roxana Mînzatu e dalla commissaria all'Uguaglianza e alla Gestione delle crisi Hadja Lahbib, arriva l'allarme su come gestirsi nel momento di un'eventuale conflitto, ossia, come sopravvivere.


In un momento dove la popolazione europea è in apprensione per le guerre che si stanno consumando nella striscia di Gaza in medio oriente e ancora prima nell'Europa dell'est tra Russia e Ukraina, quale modo migliore per aumentare lo stato di stress delle persone se non parlare di come poter sopravvivere ad un possibile conflitto che sembrerebbe imminente?


E così, mentre nelle sedi del Parlamento europeo, si parla di riarmo, difesa, costituzione di un esercito europeo, con le dovute discussioni del caso di chi è a favore e contro tra le varie forze politiche in seno allo stesso organismo istituzionale, ecco che salta fuori chi ci dice come sopravvivere ad un possibile attacco bellico, diffondendo le caratteristiche di un kit di sopravvivenza.


Questo ulteriore tentativo delle istituzioni di fornirci possibili soluzioni a qualcosa che forse la maggioranza della popolazione vorrebbe evitare (la guerra) a fronte di un lavoro diplomatico basato sul buon senso di chi ci governa, non può che riportarci a pensare come la gestione di questa nuova condizione sociale europea, ma che coinvolge anche gli Stati Uniti d'America (non dimentichiamo che facciamo parte della NATO), sia molto simile a quanto già vissuto a suo tempo con la sedicente pandemia da Covid-19.


E a tal proposito, vorrei riportare qui, due dei dieci punti (2 e 6) del decalogo steso da Noam Chomsky, riguardo le strategie di distrazione delle masse, su cui ognuno può ragionare e trarre le proprie conclusioni in merito a tutto quanto stiamo vivendo (per approfondimenti sulle strategie di Chomsky, si rimanda a questo link).


2) Creare problemi e poi, fornire soluzioni – In questo modo si creano problemi che altrimenti non esisterebbero con la dovuta attenzione, oppure si amplificano quelli già in parte esistenti per far si che il popolo chieda alla politica e alle autorità competenti, soluzioni per far fronte al problema manifestato. Ad esempio, si possono creare problemi riguardo la discriminazione etnica per ricevere la richiesta da parte del popolo di un’attenzione da parte delle istituzioni a tale disagio sociale, per cavalcare poi, una strategia politica sociale da attuare per accaparrare consensi elettorali.


6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione – Un discorso logico, razionale, tecnico, nella maggior parte dei casi, coinvolge molto meno di un discorso, privo di contenuto ma, fondato sull'aspetto relazionale ed emotivo. Saper condurre un messaggio emotivo, permette alla fonte del messaggio stesso, di aprirsi le porte dell’inconscio nel suo uditore, al quale può “somministrare” a sua insaputa perché al di fuori della soglia di coscienza, qualsiasi idea, paura, gioia ed ogni altro stato emotivo, così come determinare un comportamento.

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