Ufficiale dall'ISS: "In Italia non si sono fatte autopsie sui morti per covid"
- articolo di Massimo Catalucci
Ardea, 22 dicembre 2022 - Stanno sempre più emergendo notizie eclatanti riguardo il periodo della dichiarata pandemia da Covid-19 e tutto quello che ha scatenato, in ragione della salute delle persone, molte di queste decedute e per cui si fa ancora fatica a capire bene per quali cause reali.
E come se non bastasse la confusione che si è venuta a creare in questi anni (volutamente, involontariamente?), ecco altre notizie che ci creano non poca ansia oltre che molti altri interrogativi. Dall'Istituto Superiore di Sanità arriva la conferma ufficiale che non sono state fatte autopsie sulle persone decedute e ricoverate per covid, come a voler intendere che tali decessi, inizialmente, causati dal Sars-2, sono da attribuire ad altre cause.
A confermare tale notizia, ai microfoni del programma televisivo Report, in onda su Rai 3, è intervenuto il Direttore Generale Prevenzione del Ministero della Salute, Claudio D'Amario: "Anche pazienti intubati dopo tre settimane, morivano per i germi che, purtroppo, girano negli ospedali". - Il riferimento del Direttore del Ministero della Salute è riconducibile ad una rara complicazione di un'infezione, le cui conseguenze possono essere anche letali. E' una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo che danneggia i tessuti e gli organi, compromettendone il funzionamento. Tale infezione, definita "Sepsi" e che senza una cura immediata può portare alla morte del paziente.
"C'è stato proprio un problema metodologico - prosegue D'Amario - Un problema che, anche l'Istituto doveva rivedere tutte le cartelle ma era un lavoro disumano, quindi... Se andassimo a fare una revisione, il 40% di quei decessi non ha nulla a che vedere con il Covid".
"L'antibiotico resistente è stato un fattore che ha contribuito alla difficolta dei trattamenti di cura. Chi è andato in terapia intensiva d'Italia è andato nelle migliori terapie intensive d'Europa". - Questo è quanto afferma il Direttore Generale AIFA, Nicola Magrini ma c'è anche da registrare che siamo un Paese con un alto indice d'infezioni contratte in ospedale, per cui lo stesso Magrini ha precisato che - "E' stato un elemento aggiuntivo in un paziente, comunque, molto critico. Qualcuno di questi, certamente, è morto avendo acquisito queste infezioni, o con anche questa infezione".
Quanto emerso da quest'ultimo reportage di RAI 3, nella trasmissione condotta dal giornalista, autore e conduttore televisivo, Sigrfrido Ranucci, se lo rapportiamo alle sempre più insistenti notizie che stanno venendo fuori riguardo la reale efficacia dei ben noti farmaci anti covid-19, considerati da una parte della scienza medica "vaccini", nonchè la loro reale innocuità in termini di effetti avversi, per cui ci si è basati sulle delle semplici autorizzazioni per il loro utilizzo e non su un periodo di osservazione e sperimentazione del farmaco come i protocolli sanitari e di laboratorio richiedono, appare come se (è un dubbio legittimo per quello che stiamo vivendo) ci fosse la volontà di deviare, ulterioremente, una verità di quanto è realmente accaduto e di quanto sta realmente accadendo in coda alle decisioni sanitarie prese nel periodo definito pandemico, per prevenire e curare la diffusione del Covid-19.
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