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  • Immagine del redattoreMassimo Catalucci

12 GIUGNO 2023: "MADONNA CHE SILENZIO C'E' STASERA..." E' MORTO IERI A ROMA FRANCESCO NUTI

Ci lascia un'artista poliedrico, forse troppo sensibile emotivamente ma un genio della comicità dal carattere agrodolce che ha ispirato molti suoi colleghi



- articolo di Massimo Catalucci


(NEWS & COMMUNITY - Look at the World) Roma, 13 giugno 2023 Francesco Nuti era nato a Prato il 17 maggio 1955 e nella sua carriera artistica aveva ricoperto con successo diversi ruoli come attore, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e cantante.


La sua scomparsa, avvenuta ieri a Roma all’età di 68 anni e dopo una lunga e sofferta malattia, è passata in secondo piano, visto che il destino ha voluto che un altro grande personaggio della storia italiana, Silvio Berlsuconi, ci dovesse lasciare nella stessa giornata.

E ieri, dopo una lunga giornata di silenzio in cui si sono raccolti molti italiani e non solo, per la dimostrazione di cordoglio ai due grandi personaggi che ci hanno lasciato, non può non trovare la sintesi proprio in un titolo di un film si successo di Nuti: “Madonna che silenzio c’è stasera“.


Eh, si, crediamo che ieri si è assistito ad un silenzio globale che ha avuto del surreale, a parte alcune “ignobili” parole usate dai soliti leoni della tastiera e del web, oltre ai titoli apparsi su un quotidiano che, irrispettosamente, si sono lasciati andare oltre misura a delle affermazioni che esprimono tutta la loro frustrazione, evidentemente. Soprattutto nei confronti di chi si è dimostrato nella vita vincente (in quest’ultimo caso ci riferiamo agli attacchi continui anche dopo la sua dipartita, nei confronti di Berlusconi, di chi addirittura brindava alla sua morte)

E in questo rispettoso silenzio è doveroso rendere omaggio ad un’artista poliedrico che ha saputo ispirare molti altri suoi colleghi con la sua comicità agrodolce.


I grandi successi cinematografici per Francesco, arrivano negli anni ’80 ma nel decennio successivo, le cose cambiano per lui che non riesce ad ottenere gli stessi risultati degli anni prima al botteghino, per cui entra in uno stato depressivo e comincia ad avere problemi di alcolismo fino a portarlo, come registrano le cronache dei giornali dei primi anni del 2000, anche a tentativi di suicidio.


Una vita travagliata da episodi di dipendenza dall’acool che, evidentemente, hanno messo in risalto tratti della sua personalità molto sensibile ed emotivamente fragile, che non gli hanno fatto accettare il calo di consensi da parte del pubblico negli anni ’90.


E nonostante ciò, nel 2006 si stava preparando a tornare sul set ma il destino, purtroppo, si accanì su di lui e fu così che il 3 settembre 2006, cadde dalle scale della sua abitazione, sbattendo la testa. Subito ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma con un grave ematoma cranico, entra in coma per risvegliarsi poi, dopo circa 80 gg, il 24 novembre 2006, quando viene trasferito all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore (Lucca). Qui inizierà un percorso di riabilitazione neuromotoria. Fa ritorno nella sua casa di Prato dopo tre anni, dove viene assistito dal fratello Giovanni – medico ma anche compositore e suo collaboratore in diversi film – ma Francesco riscontra serie difficoltà nella gestione e mobilità degli arti così come nell’articolazione del linguaggio. Non più autonomo è costretto a continuare la sua esistenza su una sedia a rotelle.


Questa, la triste storia di un grande artista del mondo dello spettacolo, che ci ha lasciati troppo presto. Di lui ci rimangono i suoi successi cinematografici e televisivi.


Francesco Nuti ha vinto come attore due volte il David di Donatello, nel 1983 per “Io, Chiara e lo Scuro”, per il quale gli è stato conferito anche il Nastro d’argento e nel 1985 per “Casablanca Casablanca”, di cui è stato anche regista.


Nel 2019, il 7 dicembre, riceve il suo primo riconoscimento alla sua carriera artistica cinematografica. Ma a ritirare per lui il “Premio Internazionale” intitolato “Vincenzo Crocitti 2019“, sarà la figlia Ginevra, visto il suo stato clinico che ne limitava le uscite pubbliche.


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